Il Lungomare di “non comune bellezza” lasciato al degrado

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Storia di un Lungomare di “non comune bellezza” lasciato al degrado

Il Lungomare di Salerno è un luogo simbolo della città. A partire tra la fine degli anni ’40 e gli inizi degli anni ’50 del XX°, quando, per un’intuizione del Segretario Comunale di allora, Alfonso Menna (divenuto uno dei più importanti sindaci della città), si trovò collocazione alle ingenti macerie provocate dai bombardamenti, nel corso della II^ Guerra Mondiale, ed alle enormi quantità di ceneri e lapilli cadute a Salerno durante l’eruzione del Vesuvio del marzo 1944. Il Lungomare nacque così, dall’intuizione di usare tutti questi materiali per trasformarli in una passeggiata alberata a mare, colmando lo specchio d’acqua che correva lungo l’antica via Marina cittadina, dalle prossimità del porto ai futuri porto turistico Masuccio Salernitano e piazza della Concordia.

Con il Lungomare iniziò anche la storia della “Città Giardino” che ha fatto innamorare tutti i salernitani ed i visitatori di Salerno.

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Oggi, nel 2012, dobbiamo constatare amaramente, dopo i fasti degli anni di Menna, anni ’50 e ’60, con le sue aiuole sempre fiorite, dopo il bel restauro del Sindaco Vincenzo Giordano, all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, che il nostro Lungomare versa in un degrado vergognoso.

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Le palme mozzate, attaccate dal punteruolo rosso e non sostituite, gli arredi vecchi e logori, la pavimentazione sconnessa e le aiuole rinsecchite, mostrano un senso di trascuratezza e provocano un dolore in tutti i salernitani, che tanto lo amano. Di non secondaria importanza i lavori e la cementificazione di una bella fetta dell’antica spiaggia di Santa Teresa, dovuti alla realizzazione della costruenda piazza della Libertà e del “Mostro di Salerno – Crescent”

L’amministrazione comunale attuale presta poca o nulla attenzione al recupero del Lungomare. Anzi l’ultima, indecente, idea che circola sui giornali cittadini è quella di trasformarlo, con la realizzazione di un nuovo molo trapezio, in porto per enormi navi da crociera. Se ciò dovesse accadere i salernitani perderebbero la vista del mare passeggiando sul Lungomare, davvero un paradosso.

Storia del lungomare di Salerno

Il Lungomare Trieste di Salerno è un grande giardino alberato (interamente pedonale, largo 30 metri e lungo circa 2 km) che costeggia il mare nel tratto centrale del nucleo urbano, dal Porto commerciale a quello turistico.

Fino all’800, non esisteva ancora. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento si avvertì la necessità di proteggere la via marina, quella che allora era considerato il limite orientale della città, che andava dalla spiaggia di Santa Teresa, in quei tempi assai più estesa, alla prossimità dell’area marina prospiciente la stazione ferroviaria.

Proprio lungo l’allora via Marina di Salerno, attuale via Roma, passava la linea ferroviaria che in seguito sarebbe stata spostata più a monte. Inoltre nel primo decennio del ‘900 (1908) si realizzò la linea tramviaria che correndo lungo il Corso Garibaldi, che in quell’epoca era adiacente il mare, passando davanti alla Prefettura vecchia (attuale Palazzo Sant’Agostino sede della Provincia di Salerno) si inerpicava per la salita di Vietri proseguendo fino a Pompei.

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Nei decenni successivi e nel ventennio fascista la zona di Salerno prospiciente la marina fu urbanizzata completamente, così come il Corso Vittorio Emanuele che si ricongiunse con la piazza Ferrovia. La città incominciò ad assumere l’attuale conformazione con la costruzione di nuovi edifici pubblici, quali le Poste, le Scuole Barra e Vicinanza, il Tribunale, la sopraelevazione della vecchia Prefettura (Provincia) ed infine il Palazzo di Città.

Un primo “avanzamento” della strada, col conseguente riempimento del precedente arenile costiero, avvenne nei primi decenni del secolo scorso, con la creazione dei primi giardini fino all’altezza dell’attuale palazzo della Provincia. Intanto Salerno dopo i primi anni di guerra, nell’estate del 1943, fu oggetto di bombardamenti selvaggi degli anglo – americani che preparavano il terreno per lo sbarco di Salerno, l’operazione Avalanche, che sarebbe avvenuta nella notte del 9 settembre 1943.

Dopo l’occupazione alleata e durante il periodo in cui la città ospitò il cosiddetto Governo di Salerno, essendo di fatto la capitale dell’Italia liberata peralcuni mesi, il Vesuvio, il 18 marzo 1944, si risveglio da un torpore secolare con una violentissima eruzione, l’ultima che si possa ricordare prima del riposo attuale.

L’eruzione, durata una decina di giorni sino al 29 marzo, procurò danni ingenti a numerosi comuni e città della Campania, compresa Salerno che fu coperta da una pesante coltre di ceneri e lapilli vulcanici. Fu allora che l’allora segretario comunale Alfonso Menna pensò al nuovo Lungomare, confidando nell’amicizia dell’ing.Camillo Tizzano, Direttore Generale del Ministero dei Lavori Pubblici, che in quella primavera del ’44 aveva sede nel Palazzo Natella (a fianco del Palazzo di Città) a Salerno. Insieme erano preoccupati di trovare collocazione per l’ingente mole di macerie causate dai bombardamenti e materiali lapidei derivanti dall’eruzione del Vesuvio.

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Così l’uno, Menna, diede l’idea di un allargamento del lungomare con la creazione di giardini a mare e l’altro, Tizzano, rintracciò tra le pieghe del bilancio ed escamotage burocratici i fondi per l’opera. Nacque all’ora, nel primissimo dopoguerra, l’idea ed il nome di Salerno “città Giardino”, con la creazione dell’attuale Lungomare, che nell’attuale conformazione si è venuto delineando solo negli anni ’60 (piazza della Concordia), ’70 (porto turistico Masuccio Salernitano) ed ’80 (nuovo arredo e ristrutturazione della giunta Giordano) del novecento.

 

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Sul viale più esterno, fino a pochi anni fa, correva un binario ferroviario (demolito in parte di recente) mediante il quale le merci sbarcate al porto commerciale venivano trasportate con un apposito treno alla stazione ferroviaria. L’utilizzo di questi binari è terminato il 3 dicembre del 2005, a seguito di un tragico incidente: la linea fu dismessa ufficialmente dalle Ferrovie dello Stato nel 2007.

Il Lungomare è stato sottoposto ad un esteso lavoro di valorizzazione e nuovo arredo urbano all’inizio degli anni novanta, per delibera della prima Giunta di sinistra del Sindaco Vincenzo Giordano, ad opera di progettisti salernitani quali l’arch. Giovanni Carpentieri (direttore dei lavori), Mario Villani e dell’ing. Aniello Sessa. Il grande giardino è costituito da tre viali paralleli separati da vaste aiuole piantumate a palme (Phoenix canariensis, P. dactylifera, Washingtonia sp., Chamaerops sp.), tamerici, lecci, pini d’Aleppo, platani ed altre essenze.

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Si tratta di una delle più belle passeggiate litoranee d’ Italia per la lussureggiante vegetazione esotica e per lo spettacolare panorama sul golfo di Salerno, con i monti della costiera Amalfitana sullo sfondo.

Il palmeto del Lungomare è gemellato a quello di Sanremo, per la tutela botanico-scientifica.

Nel 2006-2007, un insetto parassita di provenienza asiatica (Rhynchophorus ferrugineus) ha attaccato la quasi totalità delle palme, che sono state abbattute in attesa di essere sostituite, tanto da far assumere al Lungomare attuale un aspetto molto dimesso.

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Anche gli arredi sono in condizioni ormai logore, tutto il Lungomare di Salerno avrebbe bisogno quanto prima di un urgente ed approfondito lavoro di recupero e restyling, per riportarlo agli antichi splendori.