Assegnata al mare di Salerno la bandiera marrone!
Assegnata al mare di Salerno la bandiera marrone!
Blitz dei Figli delle Chiancarelle sulla storica spiaggia di Santa Teresa dove è stata issata la Bandiera marrone, simbolo del degrado in cui versa il mare ed il litorale cittadino
Issata sull’arenile la bandiera marrone simbolo del colore delle acque che i salernitani sono abituati a vedere quando vanno a farsi il bagno.
Come si è potuto distruggere la più grande risorsa economica ed ambientale della città? Facile, è bastato approvare in Consiglio Comunale nove anni fa un Piano Spiagge, una sorta di “bibbia” per tutto quello che c’è da sapere in materia di arenile, concessioni e stabilimenti balneari a Salerno, e poi disattenderlo in tutto e per tutto. E’ quanto emerge dal Dossier Mare preparato dai Figli delle Chiancarelle.
Dal 2003 ad oggi infatti l’amministrazione comunale ha messo in pratica l’esatto contrario di quanto previsto ed inserito nel Puc. In questi anni il litorale salernitano, che si estende dal Porto Commerciale alla foce del fiume Picentino per 11.500 mt circa, ha perso gran parte della spiaggia libera, ceduta ai privati per realizzare porti e strutture: oggi con l’approvazione dell’ultimo progetto della Marina di Pastena, l’arenile liberamente fruibile dai cittadini si è ridotto a soli 2.900 mt. Di questi, secondo i dati dell’Arpac, scarsi mille sono balneabili. Inoltre tutte le poche spiagge libere superstiti sono attraversate dai così detti “Chiaviconi”, i torrenti che compongono l’idrografia del territorio comunale insieme ai corsi d’acqua maggiori Irno e Picentino, le cui foci per l’alto grado di inquinamento dei detti corsi d’acqua, sono non balneabili, tanto che l’ARPAC non effettua prelievi in corrispondenza di esse.
In questi chiaviconi-torrenti si riversano scarichi abusivi e non che terminano direttamente a mare, senza alcun tipo di depurazione o possibilità di dispersione al largo mediante condotta. La competenza in materia di scarichi, in seguito all’emanazione della legge regionale n. 4 del 15 marzo 2011, è dei Comuni
L’agenzia regionale che si occupa dei prelievi e delle analisi delle acque inoltre non effettua più campionature nel tratto compreso tra porto turistico Masuccio e Molo Manfredi in quanto non vi sussistono più i requisiti. Eppure ancora nel 2008 lo specchio d’acqua in questione risultava balneabile come da delibera comunale. Analogo discorso varrebbe anche per i tratti di mare su cui prospettano i restanti porti. In particolare il nuovo Marina in zona Arechi di fatto rende non più balneabili le acque dei lidi “Carabinieri”, “Esercito”, SIULP” e “Finanziari” nonché l’antistante ed ormai sacrificato tratto di spiaggia libera. Idem nel caso di completamento dell’ infrastruttura di Pastena per la quale la Regione ha recentemente dato il via libera all’impatto ambientale .
Lo sviluppo complessivo delle aree portuali, lungo tutto il litorale della città di Salerno, pari a 6.700 mt, appare eccessivamente sovradimensionato rispetto all’estensione totale del litorale con un impatto ambientale fortissimo.
In realtà la costruzione di porti turistici, come sostiene anche Legambiente Nazionale, è “il grimaldello formidabile per urbanizzare la costa, per derogare e aggirare i piani urbanistici, per riversare a due passi dal mare cemento a non finire per bar, negozi, parcheggi, immobili.
>>>>>>> leggi il dossier mare completo per approfondire l’argomento