Lettera aperta a Bersani. Benvenuto a Salerno!
Lettera aperta a Bersani. Benvenuto a Salerno!
A Settembre 2012 arriva il premier del centrosinistra per un incontro con De Luca ed i Figli delle Chiancarelle lo mettono al corrente della politica del Sindaco.
Alla C.A.
dell’On Pierluigi Bersani
segretario nazionale del Pd
Nel darLe il benvenuto nella nostra città, ci auguriamo che la manifestazione pubblica di cui giovedì lei sarà protagonista a Salerno sia occasione di chiarimento dell’indirizzo politico che il suo partito intenda seguire nel nostro territorio e in che modo il nostro sindaco Vincenzo De Luca voglia interpretarlo.
La questione non è irrilevante, visto che il primo cittadino ha in più di una occasione detto di ispirarsi ai padri nobili della destra europea e mai a Mitterand piuttosto che a Helmut Schmidt o altri grandi esponenti della socialdemocrazia.
Ma, per non restare nell’ambito della pura teoria, sarebbe interessante sapere, onorevole Bersani, cosa lei pensa per esempio del fatto che a Salerno si sia lasciato mettere in liquidazione il locale consorzio di trasporti pubblici, di cui il Comune di Salerno è socio di maggioranza relativa, senza che la stessa amministrazione municipale intervenisse a ricapitalizzare e determinando così una situazione drammatica per gli utenti del trasporto pubblico.
A questo aggiunga che manca completamente una politica di sostegno alle fasce sociali più deboli.
Le mense pubbliche, che oggi sono l’ancora di salvezza per tanti nuovi poveri, sono costrette ad autofinanziarsi grazie alla benevolenza di cittadini e di gruppi di cittadinanza attiva senza che il Comune se ne preoccupi. Per non parlare della manutenzione urbana e del servizio di spazzamento che sono fermi all’età della pietra. C’è disagio inoltre fra tanti lavoratori perché il sistema della finanza municipale è in crisi drammatica.
Ma tutto ciò, potrebbe obiettare lei, è imputabile alla crisi economica in cui versa soprattutto la finanza pubblica nel nostro paese.
Fatto incontestabile, se non fosse che a Salerno gli sprechi si moltiplicano negli anni.
Sono uno spreco, anche se indiretto, le tante opere pubbliche progettate esecutivamente e regolarmente finanziate a suo tempo ma mai ultimate o addirittura abortire sul nascere (palazzetto dello sport, cittadella giudiziaria, lungoirno, stazione marittima, metropolitana…) Per alcune di queste opere si chiedono altri fondi, quando il progetto iniziale era a copertura intera della spesa (fatti salvi forse solo i mobili del palazzo di giustizia).
E’ uno spreco indiretto anche il mare sporco della nostra città, perché costituisce un disincentivo forte per l’economia turistica, mentre il mare dovrebbe essere la prima risorsa di una città di costa, posizionata oltre tutto in modo così suggestivo come Salerno. Coerentemente inoltre, il lungomare viene tenuto in uno stato non proprio ideale. Nonostante dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città, è in realtà stazione di soggiorno per colonie di ratti e insetti di ogni genere.
Venendo poi agli sprechi diretti, ci sono quelli su cui da tempo indaga la corte dei conti, riguardanti le spese folli per il personale. Salerno è una città che non sostiene adeguatamente il trasporto pubblico ma paga la bella cifra di 86mila euro l’anno per una fantomatica “indennità di gonfalone”, pensi lei. Senza contare i denari che ora il Comune dovrebbe tirar fuori per incarichi dati a persone che, secondo quanto riportato dai giornali, sembra non avessero i requisiti per ricoprirli. Il nostro Comune è tra i primi d’Italia per indebitamento, senza contare quello delle società municipali e delle partecipate.
In questa situazione di disagio e impoverimento della città (a segnalarlo non siamo solo noi, ma i dati ufficiali delle associazioni dei commercianti e i report della Camera di Commercio), si spendono sconsideratamente milioni di euro (all’incirca 7 in tutto) per la manifestazione annuale Luci d’Artista e per la stagione lirica di un teatro che al massimo può contenere 660 spettatori.
La prima manifestazione, che costa oltre tre milioni se contiamo anche il concertone strapagato di Capodanno, richiama indubbiamente un consistente numero di persone (non certo però i 2 milioni che dice il Comune), ma è un turismo da fiera di paese salvo rare eccezioni di persone che vengono da altre regioni.
Un turismo che, a detta delle stesse associazioni dei commercianti, poco o nulla incide sugli incassi degli esercizi commerciali determinando invece una condizione di impraticabilità della città per i residenti. Ora se si riflette su cosa si potrebbe fare con quei milioni di euro, c’è da farsi venire i brividi.
Oltre che un sostegno, per esempio, agli operatori economici vittime dell’usura, ai giovani che vogliano intraprendere un’attività, a chi non riesce più a trovare i soldi per fare la spesa, si potrebbero, se vogliamo restare nell’ambito delle iniziative culturali e di spettacolo, organizzare fior di eventi che richiamerebbero, quelli sì, un pubblico numeroso e più incline ad alimentare l’economia turistica.
La stessa cosa si potrebbe fare con gli oltre 3 milioni dedicati oggi alla lirica, fatta in un teatro inadatto, piccolo e dunque con un rientro economico minimo.
Senza, tra l’altro, che si siano messi in atto i meccanismi che si attivano in tutte le altre città, per ottenere finanziamenti statali o di altri enti pubblici o fondazioni. Tutto grava sulle casse comunali. Non a caso infatti Salerno è una delle città che, secondo le classifiche dei giornali economici, ha il più alto indice di pressione fiscale ed è (follemente) la terza in Italia per spese di propaganda.
A questo vanno aggiunti i livelli alti delle tariffe. Per parcheggiare un’ora in centro ci vogliono 2 euro e in taluni punti anche 2.50.
Lungi dall’affrontare i temi veri dello sviluppo, il Comune continua inoltre a incentivare l’economia del mattone alimentando una bolla immobiliare che sta ormai esplodendo visto che il mercato è praticamente fermo da alcuni anni.
Sarebbe inoltre interessante che lei, onorevole Bersani, chiarisse quale debba essere la politica che un amministratore del Pd debba seguire per la tutela del territorio dall’invasione cementizia. Qui a Salerno si sta costruendo una gigantesca spianata con relativa cornice di edifici privati proprio in riva al mare e in pieno centro storico: un affronto all’ambiente in piena regola.
C’è poi il capitolo inchieste giudiziarie, anche quello non tanto edificante soprattutto in un momento in cui la gente chiede pulizia assoluta alla politica, e la prescrizione dei reati accettata al posto del processo. La riconquista di un’etica della politica cozza poi in modo stridente con l’inchiesta sulla gestione del Consorzio di Bacino Salerno 2 ai tempi della presidenza Barbirotti (ex assessore di una giunta De Luca) o con la nomina dell’avvocato Labonia alla presidenza della società di cartolarizzazione degli immobili comunali poco prima che fosse inquisito nell’inchiesta sul crac dell’Amato-re.
Tanto per restare in ambito etico o, per meglio dire, nell’ambito del doveroso rinnovo del ceto politico da tanti auspicato e dai lei stesso promesso, il sindaco De Luca è ormai al suo quarto mandato da primo cittadino, anzi al quinto se consideriamo anche un breve periodo nel 1993.
Ci sarebbe inoltre da chiarire, ma questo riguarda soprattutto l’idea che lei vuol dare delle regole che vigono nel suo partito, il senso di alcune dichiarazioni del sindaco De Luca riguardo il Pd che, a sua detta, sarebbe “un partito di anime morte”. Oppure ci potrebbe spiegare come prese l’invito del suo sindaco di “andare a dirigere una comunità montana” se avesse perso il governo della Campania e che effetto le ha fatto essere paragonato, sempre da De luca a Radio 24, a Gargamella. Ma si consoli, questo linguaggio “gentile” De Luca lo usa con tanta gente e con tante istituzioni dimostrando un senso dello Stato non proprio alto. A chi dà dell’imbecille, a chi del cialtrone (gli ultimi sono stati i giornalisti del Sole 24 0re). Non parliamo di cosa dice agli altri operatori del mondo dell’informazione che fanno solo il loro dovere o all’opposizione sociale.
A noi ha augurato di morire martoriati come San Bartolomeo. Se lei reputa che un personaggio del genere possa non solo governare una città, ma magari domani una regione o il paese, si accomodi pure. Ma non fa un buon affare neanche lei.
Con stima,
I Figli delle Chiancarelle