Variante al Puc, il nuovo pasto per agli “amici” di Salerno
Variante al Puc, il nuovo pasto per agli “amici” di Salerno
Gli “amici” di Salerno saranno soddisfatti: nella nuova mega variante al Puc approvata dalla Giunta comunale c’è più cemento per tutti, soprattutto nelle aree pubbliche centrali della città, visto che in periferia i vecchi Pua (piani urbanistici attuativi) del 2006 hanno fatto flop. Il saldo finale degli abitanti non cambia: 180 mila erano previsti nel Puc e 180 mila sono rimasti, nonostante l’Istat abbia smentito tutte le previsioni di crescita e sancito che gli abitanti di Salerno, a giugno 2012, sono scesi da 139 mila (2009) a 133 mila.
La Variante, considerata quasi un riordino naturale del PUC a 5 anni dalla sua entrata in vigore, ignora la variazione più importante: il drastico abbassamento demografico della città. Il piano poteva essere dimensionato anche per 200.000 o per 250.000 abitanti, visto che si basa su numeri presi a caso.
>>>>>>>> Tavola P2.8 Piano Urbanistico Comunale (MANCA)
Anche questa volta inoltre la giunta De Luca si è distinta per la totale mancanza di partecipazione e trasparenza su scelte che stravolgeranno la vita dei salernitani.
In primis la Delibera “balneare” dell’adozione della Variante è stata pubblicata dal giorno 2 al giorno 17 agosto 2012. Come per il PUC nel 2005, il mese di agosto è quello preferito. Non contenti i nostri amministratori non hanno pubblicato gli elaborati della variante sul sito del Comune (peraltro premiato nel 2011 col “premio TrasparenzaPA”) e non hanno distribuito il compact disc contenente gli stessi a chi ne ha fatto richiesta. Ovvero alle associazioni di categoria interessate a presentare le proprie osservazioni entro il 12 ottobre.
Ma c’è di più: la variante al Puc approvata è totalmente diversa dal documento preliminare sottoposto all’attenzione delle associazioni durante l’incontro avvenuto il 22 marzo scorso. In quel documento non c’è riferimento alle 6 aree pubbliche da “valorizzare” che compaiano soltanto nella delibera di giunta dell’11 luglio: le 3 centralissime Piazza Concordia, Piazza Mazzini, Via Vinciprova- Area ex cementificio, quella di Via Foscolo e le 2 sulla litoranea orientale con il Campo Volpe e l’ex Palazzetto dello sport.
Proprio queste 6 aree pubbliche da “valorizzare”, contabilizzate in precedenza nel Puc quasi tutte a standards, verranno vendute (come il caso Crescent) a privati che avranno la possibilità di costruirci sopra abitazioni residenziali, negozi e uffici. Una nuova cementificazione, la maggior parte in una zona tra le più centrali e più densamente popolate della città. La “valorizzazione” è tutta qui: scaricare rendita fondiaria su aree appetibili ai costruttori e vendere per alimentare la macchina del cemento. Non bastava tentare di liberarsi degli immobili di proprietà comunale per fare cassa e dare un filo di fiato ad un bilancio ormai alla canna del gas.
Il sindaco De Luca ha deciso di mettere in (S)vendita anche le ultime aree pubbliche del centro rimaste libere.
Dai saldi di fine stagione a Salerno si è passati al sottocosto pre “chiusura esercizio”.
Anche il calcolo e la nuova localizzazione degli standard per abitanti lascia molto perplessi ed in certi casi quasi in odor di truffa. La fascia di mare (49.223 mq) antistante il Lungomare Trieste è ancora calcolata a verde pubblico. Stessa cosa per l’area della Caserma d’Avossa (83.003 mq).
Le aree da “valorizzare” erano in precedenza quasi tutte aree a standards e adesso diventereanno negozi, uffici e case per 1.226 abitanti in più.
Non si capisce come sia possibile, in zone già sature, sottrarre aree assoggettate a standard di verde pubblico, raggirando la legislazione nazionale che indica una congrua distanza dal dove posizionare gli standards relativi di ogni zona omogenea.
I salernitani possono dire definitivamente addio anche al Palazzetto dello Sport: infatti anche quest’area sarà data ai privati.
Ed il Campo Volpe potrà ingrandirsi con strutture per attività produttive e ricreative di varia natura, in zona previste anche nuove residenze per altri 203 abitanti.
Aree oggi destinate a parcheggio, a stazione di bus ad attrezzature sportive saranno cedute a palazzinari, che per giunta non avranno bisogno nemmeno di avere asservite intorno alle loro costruzioni aree di rispetto per collocare parcheggi, verde e servizi.
Nella variante , anche se non menzionato, è inserita nei grafici la sagoma del cosiddetto porto di Pastena o “polo nautico” che, a vedere il progetto, assomiglia più ad una lottizzazione a mare che ad un ennesimo porto turistico sulla nostra costa. Tutta la zona è soggetta a specifico vincolo ambientale D.M. 17/5/1957 (riportato anche nella carta dei vincoli allegato al PUC) il quale vieta espressamente qualunque costruzione o altro che possa ostacolare la visione dalla strada dell’intero golfo.
La variante ora dovrà passare per il Consiglio Comunale: inutile sperare in miglioramenti, i consiglieri comunali l’approveranno senza batter ciglio, come sempre.
Dopo toccherà alla Provincia dare il suo placet: la variante del Comune cozza con il Ptcp (Piano Territoriale di coordinamento provinciale) soprattutto in relazione alla questione demografica. Ma a Palazzo Sant’Agostino sono più impegnati a garantire il dopo Cirielli tramite artefizi burocratici che a lavorare per il bene comune.
Inevitabile un ricorso amministrativo da parte delle associazioni ambientaliste, ovvero Italia Nostra, l’unica interessata per davvero al futuro di questa città soffocata sempre più dal cemento.
La tavola è imbandita: per gli amici di Salerno il Comune ha servito un nuovo pasto pantagruelico. A prezzi stracciati
PS: Discorso a parte merita il Nuovo porto Masuccio, compresa la Vela di 80 metri d’altezza. Anche qui tutto a favore del padroni del cemento e delle compagnie crocieristiche. La variante approvata esclude la conoscenza di questi progetti, realizzati di concerto con l’Autorità portuale. Dagli elaborati si vede soltanto il tratteggiamento che rimanda ad una sigla FP3 (Fronte portuale 3).