Depressometro: lo sviluppo che non c’è (più).
“Depressometro”, ovvero tutti i fallimenti del tessuto produttivo della nostra città avvenuti nel ventennio della Delucrazia.
Nessuno ha il coraggio di raccontare la storia del declino industriale di questa città: i salernitani si girano dall’altra parte e nessun esponente politico o istituzionale si è battuto per frenare la slavina delle nostre attività produttive.
Ex Pennitalia, Pastificio Amato, Cstp, Gama OX, Italcementi, solo per ricordarne alcune, sono tutte aziende in cassa integrazione o ampiamente fallite in questi ultimi anni.
Si potrebbe chiamare in causa la crisi per giustificare questi fallimenti ma sappiamo bene che non è così perchè è stata la mano di pochi uomini che ha provocato una mala gestione e, dunque, il fallimento.
Salerno è oranai piombata nel Sotto Sviluppo industriare.
In venti anni di Delucrazia si è cercato solo di trasformare la città in un polo turistico europeo, impegnando tutte le risorse economiche alla costruzione di “Grandi Opere” rimaste pressocchè incompiute o fallite. Esse avrebbero dovuto attirare, non si capisce in che modo, essendo vuote di contenuto culturale persone da tutto il mondo. L’amministrazione insomma, ha dimenticato il comparto produttivo, strategico ed industriale che era consolidato in città da decenni o addirittura secoli.
Salerno è stata quindi depauperata del suo futuro, ed i suoi cittadini messi nelle condizioni di ingrossare la fila degli emigranti. Si calcola infatti (dati ISTAT), che in questi ultimi venti anni, la città di Salerno ha perso oltre 16.000 cittadini ed è in continua decrescita
In queste schede del Depromessometro cerchiamo di ricordare la Salerno che fu, una città ricca che poteva essere da esmpio per tutto il Sud Italia.
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