Vincolo o non vincolo… questo è il problema. Il Lungomare sotto assedio!

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Vincolo o non vincolo… questo è il problema. Lungomare di Salerno sotto assedio!

Figli delle Chiancarelle rispondono al Soprintendente Miccio: Il lungomare è vincolato!

L’insostenibile leggerezza del [non] essere

Abbandonata la congeniale ritrosia, L’Ing. Miccio, Soprintendente per Beni Architettonici e del Paesaggio di Salerno ed Avellino, scende in campo per dimostrare – urbi et orbi – che il Lungomare Trieste di Salerno non è sottoposto ad alcun vincolo e che, dunque – suo malgrado – può essere sforacchiato ad libitum, anche realizzando, senza alcuna autorizzazione paesaggistica, il mega parcheggio sottomarino di piazza Cavour.

In poche righe passa in rassegna tutte le possibilità di tutela del bene che ogni cittadino ritiene essere il giardino storico per eccellenza di Salerno “per sgombrare il campo da facili quanto inutili supposizioni derivanti dai semplici considerazioni sensoriali personali”.

Citando con supponenza vari articoli del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio – le fa fuori, una ad una:

Art. 136 Aree di notevole interesse pubblico

Art. 157 atti emessi ai sensi della normativa previgente

Al riguardo sono corrette solo alcune delle precisazioni addotte:

Il Lungomare Trieste – scrive il Soprintendente – non è stato oggetto di “dichiarazione d’importante interesse pubblico delle bellezze naturali o panoramiche”, come invece è accaduto per alcune zone di Salerno, tra cui quella a valle del Castello, il Lungomare Orientale” e (aggiungiamo noi, perché lui sembra lo dimentichi) anche il Masso della Signora.

“Per il Lungomare Trieste non è stata mai attivata tale procedura di tutela.”

E’ vero. Infatti non c’è un decreto che dichiari l’importante interesse del Lungomare Trieste.

Ma chi potrebbe emetterlo? Miccio sorprendentemente sostiene debba esserci “una ben precisa procedura di individuazione e di dichiarazione di rilevante interesse pubblico che si conclude in un atto pubblico emanato dalle regioni” dimenticando che il Codice dei beni Culturali assegna tanto alla Regione che al Ministero (cfr. art.138, comma 3) il potere “di dichiarare il notevole interesse pubblico degli immobili e delle aree di cui all’articolo 136”.

Dunque, il decreto non c’è, ma il Ministero avrebbe potuto e potrebbe emetterlo, guarda caso proprio “su proposta motivata del soprintendente”.

Il soprintendente Miccio avrà mica proposto qualcosa? Impensabile.

Sembra dire: Nessuno ha mai inserito il Lungomare tra le aree d’interesse, perché dovrei farlo io?

Art. 142 Aree tutelate per Legge

Ma è nell’escludere che il Lungomare sia vincolato in quanto bene individuato dall’art. 142 del Codice che viene fuori la stoffa del giurista:

Tra gli undici casi previsti – scrive – quello che potrebbe interessare è descritto alla lettera a) (territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia…)”.

Anche se a tratti sembra quasi avvicinarsi alla verità.

Poi, però, si riprende e, rammaricandosi, aggiunge:

ma il comma 2 dello stesso articolo esclude da queste fasce tutelate le aree che alla data del 6 settembre 1985 erano delimitate dagli strumenti urbanistici come zone territoriali omogenee A e B. Purtroppo il Lungomare Trieste viene atrovarsi in questa categoria di esclusione”.

Già, “purtroppo”. Altrimenti, sembra di capire, avrebbe fatto fuoco e fiamme.

Purtroppo per lui – diciamo noi – quanto asserito è una svista clamorosa, un errore madornale che proprio chi imputa ad altri la “non perfetta conoscenza dei presupposti normativi che pure sono evocati”, avrebbe dovuto evitare.

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Infatti, se il Soprintendente si fosse informato meglio – magari chiedendo lumi proprio al Comune – avrebbe potuto apprendere che lo strumento urbanistico vigente a Salerno nel 1985 era il vecchio “piano Marconi”, approvato nel 1965, ossia ben prima che il d.m. 1444/1968 istituisse e tipizzasse le zone omogenee A e B.

Ed è per questo motivo che lo stesso Comune di Salerno, all’atto della redazione della “Carta dei Vincoli” allegata al PUC, individuò le aree escluse dal vincolo imposto ope legis dall’art. 142 del Codice riferendosi al centro edificato perimetrato ai sensi della legge 865/1971 e non sulla base delle zone A e B – che, per quanto detto, non esistevano nel “piano Marconi”.

Questo vuol dire che il Lungomare di Salerno – come d’altronde tutta la fascia costiera della città, antistante l’area che, nel 1985, risultava compresa nel perimetro del centro edificato – rimane pienamente sottoposto a Vincolo Paesaggistico, in quanto ricadente nella fascia di 300 metri dalla battigia e non compreso in nessuna delle esclusioni previste dal comma 2 dell’art. 142.

Ma Miccio, di avviso diverso, conclude il suo dotto excursus giuridico in modo del tutto paradossale: per dimostrare tutta la sua volontà “di esercitare una certa forma di controllo” (insomma: “vorrei ma non posso”) ci informa sull’unico appiglio normativo che, a suo dire, gli avrebbe consentito di interessarsi in qualche modo del progetto : la Tutela Indiretta prevista dall’art. 45 del Codice dei Beni Culturali!

In ossequio a questa procedura però – non può ignorarlo – sarebbe stato necessario sottoporre a vincolo indiretto la Piazza Cavour, con l’adozione di uno specifico provvedimento amministrativo che, ad oggi, pare non sussista affatto.

Se, dunque, il parere che il sindaco di Salerno sventola come attestato di genuinità delle sue iniziative è stato emesso ai sensi dell’articolo 45, il Soprintendente poteva anche risparmiarselo.

E’ un parere “tarocco”, reso in carenza di potere e non tiene conto del vincolo paesaggistico pienamente vigente sull’area di intervento.

Ci spezza il cuore dovergli rovinare quello che sembra solo alibi.

Ma il Soprintendente è incorso in un grossolano “errore”.

Proprio come quello, ad oggi impunito, che determinò il formarsi del “silenzio-assenso” nella grottesca vicenda del Crescent.

Possibile che l’abbaglio del soprintendente sia frutto di “una non perfetta conoscenza dei presupposti normativi che pure sono evocati”? Sarebbe grave, eppure è possibile.

Ma se anche credesse a quel che ha sostenuto, non avrebbe di che rammaricarsi.

Non può, infatti, ignorare che Il Codice gli mette in mano uno strumento prezioso: la possibilità, espressamente prevista dall’art. 150, “di inibire che si eseguano lavori …comunque capaci di recare pregiudizio al paesaggio”, indipendentemente dall’esistenza delvincolo paesaggistico.

Dunque, se il soprintendente si è sbagliato – e di questo siamo convinti – può prontamente correre ai ripari.

Lo farà?

Vedremo.

Comunque, saremmo stati più contenti se, invece di tentare di menarci per il naso, avesse detto chiaramente che quel buco di piazza Cavour, al posto della grande aiuola alberata, gli piace da morire o che, per mere ragioni di realpolitik, volente o nolente, deve farselo piacere. Per forza.

Piazza della Libertà: solaio crepato va abbattuto, chi paga?

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Piazza della Libertà: il solaio crepato va abbattuto, ma chi paga?

Dopo oltre un mese di manfrine, anche il Comune di Salerno si è arreso alla realtà: il cedimento del solaio di un’area di quasi 800 metri quadri della costruenda Piazza della Liberta non può essere più taciuto. Il problema, la cui origine è ancora sconosciuta, e su cui la magistratura sta indagando, riguarda il non perfetto attacco della superficie di solaio ai pilastri (dai 12 ai 20, realizzati in file di 4).

Il Comune, consigliato dal nuovo consulente chiamato a seguire la vicenda, il professore Brigante, ha deciso di procedere all’abbattimento dell’area interessata. La Esa, l’impresa che sta realizzando il lavori, rappresentata dal consulente napoletano Sparacio, mercoledì’ presenterà il piano di demolizione. La Esa non sembra per nulla rassegnata alla parte di agnello sacrificale su cui far ricadere tutti i costi e si è riservata, rispetto all’ordine di servizio emesso dal Comune, la valutazione di carattere economico prima di iniziare a distruggere.

Inoltre non è da escludere un intervento della magistratura inquirente: la relazione affidata ai consulenti liguri, tra cui Boeri, sarà decisiva. Al Pubblico Ministero che segue le indagini, il dott Valente, l’ultima parola e l’eventuale decisione di sequestro del cantiere della Piazza.

Piazza della Libertà: la crepa s’ingrossa

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Piazza della Libertà, la crepa s’ingrossa

I piloni coinvolti nel cedimento del solaio, avvenuto lo scorso fine luglio, non sono soltanto due, ma la bellezza di una quindicina. Inoltre il distacco tra il solaio ed i piloni non è di due centimetri, ma di quasi 30 centimetri. L’area interessata ai cedimenti è di oltre mille metri quadri.

Si attendono a breve le perizie dei tecnici incaricati dalla Procura della Repubblica. Non è da escludere che si vada verso il sequestro della piazza…Allo stato dell’arte sul cantiere, di fatto, non si lavora: pensare di completare il tutto per Natale 2012, come ha detto il sindaco Vincenzo De Luca, è una balla spaziale…

Variante al PUC di Salerno, ci stanno ritentando

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Variante al PUC di Salerno, ci stanno ritentando

E’ uscita in pubblicazione (tralasciamo i tempi della delibera… dal 2 al 17 agosto 2012) la variante generale (loro la chiamano parziale) al PUC di salerno.

Tocca vari aspetti – logicamente in peggio – del già critico puc approvato nel 2006. Solo per dare qualche chicca diremo che -“Nello spirito della “valorizzazione” degli spazi pubblici ” – avremo altre grosse costruzioni – residenziali – a via Vinciprova, al campo Volpe , sui suoli del’ ex cementifico ed in ultimo la “bella” torre tra piazza Mazzini e piazza della Concordia.

La variante interessa anche l’area del crescent e Piazza della Libertà con altre quantità a riguardo le aree di trasformazione AT_PS1 sub1 e sub2.

Ecco il ChiancaRap per il sindaco De Luca

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Realizzato dallo storico rapper e b-boy salernitano “Patto MC”, conosciuto nella scena hip-hop su scala nazionale

Ecco il ChiancaRap per il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca a firma dell’ormai storico rapper e b-boy salernitano “Patto MC”, conosciuto nella scena hip-hop su scala nazionale (http://www.pattomc.com/) e del gruppo facebook Figli delle Chiancarelle.

Nel video musicale (oltre 6.000 visualizzazioni nel primo mese), Patto MC senza mezzi termini, usando il duro linguaggio della strada, come è di grammatica nel rap, non le manda a dire all’amministrazione comunale sulla questione Vignelli: “il logo solo soldi buttati”. Inoltre lancia un grido di dolore per i molti salernitani, cittadini, artisti ed imprenditori in grossa difficoltà economica “siamo senza sangue” e accusa il Comune di Salerno di spendere migliaia di euro in operazioni inutili, ad esempio gli oltre 300.000 per il concerto di Capodanno con Gianna Nannini, mentre quando si chiamano gli artisti salernitani gli si chiede di farlo gratis perché non ci sono soldi. Chiusura sui milioni di euro per le Luci d’artista, definiti una “lucida follia”. 

Lo ripubblichiamo, per gentile concessione di Patto MC sul nostro sito YouTube

http://www.youtube.com/watch?v=AHcXci2lc0A&feature=youtu.be

 

Il testo del ChiancaRap

“200.000 per un logo quella S non sta per Salerno ma per i soldi buttati a vuoto
Per la stessa avresti avuto un’agenzia pubblicitaria intera dando lavoro a chi le dà il suo voto
Se parliamo siamo figli delle chiancarelle lei non vuol sentirsi dire che butta troppi money nel fuoco
Ma quali figli delle stelle quello è Alan Sorrenti! Un altro giornalista idiota che spara cazzate ai quattro venti
La gente mi fà Patto MC complimenti ma il comune non mi chiama mai a suonare ai suoi eventi
… La volta che ci chiamò ci voleva dare zero e dai 300.000 alla Nanninni euro sopra euro
No politica nè affini è un fatto di avere tatto è il sistema che non è esatto e non premia lei in primis
800.000 per la rete wirless che non prende bene nè con un I-pad nè coi telefonini
5.000.000 d’euro con uno schiocco e via
Luci d’artista? Lucida follia! Figli delle chiancarelle è soltanto ironia
Noi siamo avanti già anni luce, duce, zero nostalgia
Non vogliamo un altro sindaco capisca bene
Vogliamo soltanto un poco di sangue nelle nostre vene
Mentre ci vediamo la città assediata dalle iene
Ma forse a lei non gliene frega o forse le conviene
Qua c’è il rubinetto chiuso pure sulle banche e nello stretto non si accetta questo neanche
Nel frattempo mi scuso per le nostre facce stanche
PS Cordiali saluti… Figli delle Chianche”.