Box Lungomare, Fdc e IN diffidano Comune e Soprintendenza

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Box Lungomare Piazza Cavour, Fdc e Italia Nostra diffidano Comune e Soprintendenza: annullate tutto!

Come ampiamente previsto il ricorso al Tar, che si discutera il 24 gennaio, presentato delle ditte che vogliono realizzare i box, si basa sul non adeguato “supporto motivazionale” del parere negativo espresso dal Soprintendente Gennaro Miccio

“Sono incredibili le capacità divinatorie dei Figli delle Chiancarelle e di Italia Nostra sempre in grado di vedere quello che gli altri non vedono e a volte riescono persino a guardare oltre.

Emblematica è la storia del parcheggio interrato sotto il Lungomare di Salerno a Piazza Cavour.  Uno sfregio incredibile al più importante giardino storico della città.

disegno piazza cavour

 

I Figli delle Chiancarelle dapprima ricordano al solerte Soprintendente Gennaro Miccio di essersi fatto sfuggire, nel dare un parere positivo, che su quell’area insiste un vincolo paesaggistico forse perchè fuorviato dall’eccellente Membro della CLP (Commissione Locale per il Paesaggio) Luciano Mauro che aveva sbagliato a colorare la Carta dei Vincoli della città di Salerno.

Certo, qualcuno penserà: che strano, il massimo rappresentante del Ministero per i Beni Culturali ha bisogno di sapere se sul Lungomare di Salerno ci sia un vincolo proprio dal Comune che vuole sforacchiarlo? Suvvia!!!

Ma il solerte Soprintendente sollecitato dalle puntuali osservazioni, inviate anche al Ministero, da Italia Nostra e dai Figli delle Chiancarelle, torna sui suoi passi e chiede l’annullamento di tutte le procedure relative all’autorizzazione dei parcheggi.

Ad un qualsiasi cittadino sembra che la cosa sia stata finalmente acclarata: c’è un Vincolo da rispettare pertanto tutto viene sospeso.

…in una città normale sarebbe successo questo, a Salerno NO!

Infatti il Sindaco si precipita in Soprintendenza con il suo codazzo e dopo un vivace incontro di un paio d’ore va via tranquillo al punto che già nel pomeriggio una nota sindacale propone la riapertura delle procedure di valutazione del progetto.

A qualcuno arriva “il fieto del miccio”, ovvero puzza di bruciato, allora i Figli delle Chiancarelle e Italia Nostra scrivono formalmente al solerte Miccio ricordandogli a chiare lettere:

“Ci auguriamo che voglia essere conseguente e che, quindi, senza dar luogo a silenzi inquietanti, si esprima negativamente con un parere esente da vizi che ne possano minare, nel corso dei giudizi amministrativi che il comune non mancherà di proporre, la tenuta.”

Ebbene come è andata a finire?

In una nuova Conferenza di servizi per l’approvazione del progetto dei box interrati a Piazza Cavour la Soprintendenza detta uno stringato parere negativo a cui una delle ditte interessate prontamente propone ricorso per nullità davanti al TAR di Salerno.

E con quale motivazione? …….  Indovinate voi!

ricorso tar salerno box piazza cavour miccio gennaro

Per questo motivo Fdc ed Italia Nostra diffidano :

il Comune di Salerno, in persona del Sindaco p.t. o di ogni altro organo competente, ad annullare in autotutela tutti gli atti del procedimento ex art. 153, comma 19, del d. lgs. n. 163/2006, ivi compresa la determina dirigenziale n. 3945 del 7.9.2012 di aggiudica della concessione, e la Soprintendenza BAP di Salerno ed Avellino, in persona del Soprintendente legale rappresentante p.t., a rinnovare la valutazione negativa sul progetto con adeguato supporto motivazionale e nel pieno rispetto delle garanzie partecipative di cui all’art. 10 bis della l. n. 241/1990

>>>>>>>>>>>>>> Leggi la diffida box piazza cavour

Il nuovo “Polo Cantieristico” va a farsi benedire

 

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Ed anche il nuovo “Polo il Cantieristico” di Salerno va a farsi benedire!

Un’altra “grande opera” del famoso “miracolo” Salerno sta abortendo.

Stiamo parlando del nuovo Polo Cantieristico della città, sulla Litoranea, nella zona di Capitolo San Matteo. Un investimento pubblico da 12 milioni di euro di Fondi europei gettati al vento.

 

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Lo scorso 14 novembre 2012, visto che l’insieme dei lotti di terreno da destinare ai privati per la cantieristica non venivano richiesti o pagati, la Giunta Comunale ha deciso di:

1) Restituire gran parte i terreni ai proprietari originari per evitare di continuare a pagare loro l’occupazione temporanea; 

2) Revocare le poche assegnazioni dei lotti già fatte e restituire le anticipazioni ricevute; 

3) Procedere esclusivamente alla realizzazione della viabilità dell’area; 

E per finire in bellezza: provvedere a realizzare una nuova variante per trasformare la destinazione urbanistica dei lotti.

7) Prendere atto della necessità di introdurre nel PIP Nautico, ai fini della pubblicazione di un nuovo bando per l’assegnazione dei lotti, ulteriori destinazioni di uso, compatibili con la cantieristica nautica ma non previste nel PUA originario;

!!!!!

IN SOLDONI: NON CI SARA’ PIU’ UN’AREA CANTIERISTICA MA UNA NUOVA ZONA COMMERCIALE E FORSE ANCHE RESIDENZIALE.

Ecco la tanto decantata capacità di spendere soldi pubblici, ben 12 milioni di euro di fondi europei: richiedere finanziamenti per opere pubbliche e destinarli poi a speculazioni private.

Naturalmente il Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, e l’assessore all’Urbanistica, Mimmo De Maio, erano assenti quando la Giunta comunale ha deliberato!

#pinocchiopiùamato

Far west paesaggio a Salerno: il Consiglio Comunale viola la legge

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Far west paesaggio a Salerno: il Consiglio Comunale viola la legge

Chi ci amministra dovrebbe conoscere le leggi e rispettarle.

O, almeno, seguendo l’ammonimento del Dalai Lama, dovrebbe “imparare bene le regole, in modo da infrangerle nel modo giusto”.
A Salerno né una cosa né l’altra.

A violare la legge ci pensa, nel modo sbagliato, il Consiglio Comunale.

E lo fa in maniera lucida e consapevole.
Lo fa sul paesaggio, bene tutelato dalla Costituzione: una cosa da niente insomma.

La delibera di nomina dell’attuale Commissione Locale per il Paesaggio, la n° 24 del 25 luglio del 2011, è palesemente illegittima e viola una legge dello Stato, la legge regionale n. 10/1982.

Pertanto tutti i “nuovi” membri della CLP, ovvero Marta Garofalo, Anna Maria Renna, Luciano Mauro, Pasquale Cirino e Francesco Pellegrino, in carica dall’estate 2011, sono stati illegittimamente nominati.
La Commissione in questione, per intenderci, è quella che si occupa delle autorizzazioni paesaggistiche, materia molto delicata.

Per rendere meglio l’idea, operazioni come il Crescent ed il Porto di Pastena, più di recente i box di Lungomare-Piazza Cavour, passano da lì, dai suoi pareri favorevoli.
Tra i “nuovi”, illegittimi, ce ne sono addirittura due che sanno un po’ di vecchio e che, soprattutto, sono giunti oltre i limiti di “nomination”, per legge, essendone già stati membri “per più di due volte consecutive”.

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Si tratta del dott. Luciano Mauro, curatore dei Giardini della Minerva, già noto alle Chiancarelle come estensore “maldestro” della Carta dei Vincoli allegata al Puc, Carta risultata sbagliata su Piazza Cavour, come scoperto da noi il mese scorso.

E della dott.ssa Anna Maria Renna.

I due, stando sempre alle carte, ovvero alle Delibere di Consiglio n. 25 del 09.07.2009 e n. 30 del 23.03.2005, avrebbero sforato il tetto.
Il tutto è avvenuto con la piena consapevolezza del Consiglio Comunale.

E la cosa lascia davvero basiti.

Quindici giorni prima della seduta del 25 luglio, quella che ha portato alla nomina dei 5 “esperti”, era stato lo stesso assessore Regionale all’Urbanistica, con una circolare esplicativa, a ribadire le regole per i membri delle CLP.

Nella nota protocollata il 7 luglio 2011 si legge: “Per i Comuni sprovvisti di Commissione Edilizia, al RUP che ai sensi del TUEL nr. 267/2000 sostituisce l’attività della CE, si affiancano i cinque esperti previsti dalla L.R. 10/82 con applicazione dei medesimi criteri di composizione e di nomina.”
E quali sono questi medesimi criteri?
In primis non andare oltre i due mandati consecutivi.

Ma il Consiglio comunale ha fatto di più.

E’ andato straordinariamente oltre tutto.

Ha operato la scelta dei membri della “nuova” CLP in una rosa ristretta di candidati, senza verificarne l’idoneità a ricoprire tale carica.

Non ha messo avviso pubblico per l’acquisizione delle candidature.

Non ha acquisito i curricula degli interessati, indispensabili per l’accertamento dei requisiti tecnico professionali richiesti dalla legge.

Inoltre, altra violazione, i nominativi dei membri della Commissione risultano emersi soltanto in sede di scrutinio.

Infine in assenza di curricula, l’attribuzione, a ciascuno dei membri, della qualifica di “esperto” è sulla fiducia

Un atto di fede più che una delibera di Consiglio comunale.

>>>>> Leggi il verbale del Consiglio Comunale DELIBERE CECI – RIUNITE

Per questo motivo Italia Nostra e I Figli delle Chiancarelle hanno scritto a tutti gli enti interessati alla questione informandoli sulla vicenda.

Tra i destinatari c’è naturalmente anche la Soprintendenza di Salerno, che farebbe bene ad evitare di dare pareri su relazioni paesaggistiche inviate da una Commissione figlia di una delibera che viola la legge.

E farebbe bene anche ad evitare di partecipare a conferenze dei servizi indette dal Comune, come quella del 14 dicembre, relativa al nuovo parere per i box a piazza Cavour, nel cuore della Lungomare.

Il Comune di Salerno, dal canto suo, farebbe bene ad agire in autotutela annullando la decisione presa dal Consiglio, ovvero da se stesso.

Fatto sta che dopo le clamorose topiche, da noi evidenziate negli ultimi mesi, sui vincoli del Lungomare Cavour, del ristorante dei Feudi in Villa Comunale e di Piazza Alario, con l’illegittimità della Commissione paesaggio siamo al quarto grave errore commesso da chi ci amministra.

>>>>>> IN e FDC:  Diffida illegittimità CLP

Per conoscenza la lettera è stata inviata anche al Procuratore Capo della Repubblica di Salerno, il dott. Franco Roberti.

Il far west paesaggistico va arginato.

 

 

 

 

Ricorso Crescent, IN “tempestiva” per gli avvocati del Comune

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Ricorso Crescent, Italia Nostra “tempestiva” nelle carte degli avvocati del Comune

Ebbene sì, carta canta e smonta la pregiudiziale che ha impedito la concessione della sospensione dei lavori del Crescent e che tutt’ora  pende come una spada di Damocle sulle verificazioni che la VI sezione del Consiglio di Stato ha imposto per fare chiarezza sulla costruzione dell’ecomostro di Salerno.

E se la carta che canta è addirittura degli avvocati del Comune di Salerno, viene da chiedersi come mai i giudici di Palazzo Spada non se ne siano accorti ed abbiano chiesto ad Italia Nostra di produrre  “l’originale della ricevuta della raccomandata a.r. con cui è stato presentato il ricorso straordinario, presente in atti solo in fotocopia semplice”.

Ai togati sarebbe bastato leggere cosa c’era scritto nell’atto di opposizione presentato dallo studio Brancaccio che difende il Comune. Ebbene nella premessa c’è scritto che: “Con atto del 21/12/2009, notificato a mezzo postale in pari data e posteriormente ricevuto l’associazione Italia nostra ha proposto ricorso straordinario al Presidente della Repubblica”.

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I termini per presentare il ricorso scadevano il 20 dicembre 2009, ma essendo domenica, slittavano in automatico al primo giorno utile, ovvero il lunedì 21.

Durante l’udienza, alla VI sezione del Consiglio di Stato, dello scorso 16 novembre, inoltre, gli “smemorati” avvocati che difendono il Comune hanno sostenuto in dibattimento che il ricorso di Italia Nostra fosse tardivo perché inviato oltre il 21 dicembre. E chiedevano anche la prova che l’associazione ambientalista si fosse mossa per tempo.

Per fortuna, come dicevano gli antichi romani, “verba volant, scripta manent”.

 

 

Ristorante Feudi, un altro “pasticcio salernitano”

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Ristorante Feudi, un altro “pasticcio”: l’area scelta dal Comune ha un vincolo d’acciaio

Questa volta Luciano Mauro non potrà prendersi la colpa e nemmeno il Soprintendente Miccio potrà essere “redarguito”. Questa volta, il pasticcio l’ha fatto – tutto da solo – il Comune di Salerno.

La potente macchina tecnico-politico-amministrativa, messa su dal Sindaco De Luca per promuovere la cementificazione della città, ancora una volta ha toppato.

L’intera area compresa tra il teatro Verdi e palazzo Natella, quella di cui Italia Nostra e i Figli delle Chiancarelle avevano invocato la tutela con una lettera allo stesso Ministro per i Beni Culturali, è già vincolata, peraltro con una stringente normativa d’uso che consente soltanto interventi di carattere manutentivo.

La villa comunale, i fabbricati, la viabilità e le aiuole che contornano il Verdi, insomma tutti gli immobili compresi nel perimetro dell’area tutelata sono, per così dire, intangibili, essendone stato riconosciuto l’importante interesse storico e culturale con un vincolo voluto, fin dal 2000, dall’allora soprintendente Ruggero Martines.

Paradossalmente il perimetro in cui è attivo il Decreto di Vincolo è individuato in maniera chiara anche nell’ormai famigerata “tavola dei vincoli”, che tanto ha fatto discutere a proposito del vincolo paesaggistico gravante su piazza Cavour, e ciò nondimeno è stato colpevolmente ignorato dalla aristocrazia amministrativa cittadina.

I Feudi, a questo punto, dovranno inevitabilmente traslocare e impreziosire qualche altra area della città. I Figli delle Chiancarelle ed Italia Nostra auspicano che, anziché prendere, portino valore aggiunto ad altri quartieri cittadini che ne hanno davvero bisogno e sono, di contro, sistematicamente ignorati.

Ma – feudi e feudatari a parte – è d’obbligo chiedersi chi ha la responsabilità dello svarione che ha portato nuovamente il Consiglio Comunale a discutere del nulla e ad approvare l’inapprovabile, dimostrando così il livello culturale dell’istituzione.

“Colui che sorride quando le cose vanno male – ammonisce una delle più vere leggi di Murphy – ha trovato qualcuno a cui dare la colpa.”

Crollo Piazza della Libertà: la patata bollente è progettuale

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Crollo Piazza della Libertà: la patata bollente è progettuale

In attesa di conoscere, non prima di novembre, l’esito delle perizie dei tecnici incaricati dalla Procura di Salerno, sembra che il resto delle parti in causa nel crollo di oltre 500 metri del solaio di Piazza della Libertà, ovvero Comune, Esa (ditta esecutrice) e Lotti (progettisti e direzione lavori), sia giunto alla conclusione che si è trattato di un errore progettuale.

Ma non del progetto esecutivo, realizzato dalla Lotti, ma di quello “costruttivo” che l’ingegnere della Esa avrebbe modificato, rispetto a quello inviatogli da Roma. E sul quale la Direzione dei lavori (Lotti) a sua volta non avrebbe effettuato i dovuti controlli in corso d’opera.

Ieri pomeriggio c’è stato un incontro al Comune, assente la Esa, per definire nel dettaglio il da farsi. Incontro molto teso.

La Lotti (consulente Brigante, per la direzione lavori) ha accettato di realizzare un nuovo progetto esecutivo che sarà girato alla Esa per il successivo nuovo progetto “costruttivo” che la ditta di Nocera farà visionare al suo consulente, il professor Sparacio. Il progetto riguarderà la messa in sicurezza del solaio di tutta la Piazza e non solo la porzione crollata.

Martedì prossimo il consulente del Comune, Faella, riceverà la prima relazione di fattibilità. Siamo solo all’inizio insomma. Resta naturalmente tutta da risolvere anche la questione relativa al chi paga.

Il Comune si considera parte lesa: la patata bollente se la girano Esa, Lotti ed i tre collaudatori statici (tutti impiegati comunali). Il contenzioso è inevitabile.

Nessuno vuole scottarsi.

Salerno, l’isola ecologica che non c’è più: chiusa per debiti

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Salerno, l’isola ecologica che non c’è più: chiusa per debiti

Chiudono le isole ecologiche di Fratte e dello stadio Arechi a causa dei debiti.

 Il Comune di Salerno deve al Consorzio dei rifiuti Bacino Sa/2 circa 5 milioni di euro .

 La chiusura era già stata annunciata al Prefetto di Salerno ed all’Assessore  comunale all’ambiente.

L’Ass. aveva promesso, facendo un grande “sforzo”, che il Comune avrebbe garantito almeno il pagamento di 200.000 euro ed altri 200.000 sarebbero dovuti arrivare da Salerno Pulita.

 

Il Consorzio ha ricevuto solo 100.000 mila euro dal Comune. Ergo si chiudono le isole ecologiche.

 

Salerno rischia un’emergenza rifiuti…. Tic tac tic tac tic tac

 

Piazza della Libertà: “Vietnam” legal-giudiziario

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Piazza della Libertà a rischio “Vietnam” legal-giudiziario

Il destino di Piazza della Libertà rischia di finire in un pantano di carte, una sorta di “Vietnam” legal-giudiziario che potrebbe bloccare per un periodo di tempo indefinito i lavori di completamento dell’opera. E’ quanto emerge dai primi risultati dei prelievi effettuati la scorsa settimana dai periti.

La posizione dell’Esa migliora: l’impresa che sta realizzando la mega piazza avrebbe operato in modo corretto, utilizzando materiali buoni sia per quanto riguarda la qualità del calcestruzzo che dei ferri per l’armatura.

Anche il progetto sarebbe risultato “coerente” con i calcoli effettuati dall’elaboratore. Fatto sta che il solaio, di 30 cm di spessore, non ha retto, molto probabilmente per un problema di natura fisica: Matematica e Fisica non vanno sempre d’accordo.

Ovviamente nessuno vuol rimare con il cerino acceso in mano.

La Esa, che vanta circa 5 milioni di arretrati per gli stati di avanzamento, ha risposto all’ordine di servizio del Comune dichiarandosi disponibile ad intervenire ma non a pagare per colpe non sue. Sulla stessa linea i progettisti della Lotti.
La strada per un contenzioso civile è dietro l’angolo.

Al cui esito si rifarebbero anche le compagnie assicurative degli attori coinvolti nel crollo di parte del solaio del settore 2. Inoltre l’intervento di miglioramento andrà comunque realizzato su tutto il solaio della Piazza, naturalmente anche questo avrà un costo.

Questa mattina, infine, nuovo accesso dei periti all’area di cantiere “crepata”: i tecnici di parte si sono intrattenuti sotto il solaio lesionato per effettuare ulteriori prelievi e analisi. I periti hanno ispezionato anche la zona del sottopiazza, dove, a partire da inizio ottobre, dovrebbe iniziare il pagamento dei fitti da parte delle attività commerciali che hanno partecipato al bando del Comune per l’assegnazione dei locali. Locali che, ad oggi, i commercianti non hanno potuto prendere in consegna per effettuare i lavori.

Tic Tac tic tac tic tac

Piazza della Libertà, iniziato controllo su tutta l’area

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Piazza della Libertà, iniziato controllo a campione su tutta l’area

Continuano le verifiche a Piazza della Libertà. Dopo l’incidente probatorio fiume di ieri (dalle 14 alle 20), tra i periti delle parti in causa (consulenti della procura, del direttore dei lavori, del progettista, del impresa e del collaudatore statico), oggi sono in corso nuove prove e prelievi sul luogo. Questa volta la parte interessata al controllo non è quella solita, ovvero gli oltre 500 metri del settore 2 colpiti dal netto distacco del solaio dai pilastri (circa 15).

 Gli operai sono intervenuti in un altro settore, limitrofo al 2, dove era già stata messa in posa la pavimentazione definitiva, rimuovendola del tutto..  Si tratta del primo dei pilastri, scelti a campione su tutto il solaio della piazza, che saranno controllati per realizzare una verifica completa sull’intera opera pubblica.

Verifica necessaria a redigere le perizie di tutti gli attori coinvolti nella crepa apertasi nel cuore di Piazza della Vanità.

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Piazza della Libertà, per la demolizione serve l’ok della Procura

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Piazza della Libertà, per la demolizione serve l’ok della Procura

Senza l’ok dei consulenti della Procura della Repubblica di Salerno non potrà iniziare la demolizione di parte del solaio crepato del settore 2 di Piazza della Libertà.

Questa è l’unica certezza, confermata dal fatto che l’Ordine di servizio di demolizione emesso dal Comune è stato trasmesso anche agli inquirenti che stanno indagando sulle cause del distacco di ben oltre 500 metri di solaio dai pilastri.

Mercoledì la Esa Costruzioni presenterà le prime carte relative allo Studio progettuale sia di demolizione della parte colpita, sia di analisi di tutto il resto della piazza.

Tutti gli incartamenti saranno di volta in volta trasmessi anche al pubblico ministero Valente. Sulle cause, si attende ancora la relazione dei consulenti della procura.

Di sicuro il progetto della Piazza ha avuto una variante a quello originario depositato. La variante progettuale, che garantiva i coefficienti di sicurezza, aveva una valenza “estetica”, ovvero l’inglobamento delle travi nel solaio, evitando che rimanessero a vista.

Una volta scoperte le cause, si capirà anche chi dovrà pagare il danno e le migliorie che andranno realizzate su tutta la Piazza e non solo nel settore interessato dal cedimento. Comune, Esa e progettisti vari: nessuno vuol rimanere con il cerino in mano.

Frattanto i tempi si allungano: per Capodanno meglio iniziare a pensare già da ora ad un’alternativa a piazza della Vanità.