A Salerno le fontane non sono più di moda

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A Salerno le fontane non sono più di moda

Viaggio nello stato di degrado ed abbandono delle fontanelle pubbliche cittadine, un tempo fiore all’occhiello del sindaco De Luca, ormai ex Vincenzo a’ fontana, il suo primo soprannome ai tempi del primo mandato da sindaco negli anni novanta.

Le fontane di Salerno, un tempo con l’allora giovane sindaco Vincenzo De Luca, erano molto in auge tanto che il popolare primo cittadino fu appellato Vincenzo ‘a funtana.

Oggi vivono una esistenza più grama, molte sono “stutate” (spente, ndr) altre interrate etrasformate in non sempre apprezzabili fioriere od aiuole.

A noi sinceramente piacciono più le fontane ed il movimento dell’acqua.

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Peccato che, dopo l’interramento nel Parco del Mercatello e della “Fontana Felice” di Ugo Marano, davanti al sagrato di San Pietro in Camerellis, adesso si proceda con la fontana di Piazza Montpellier (prospiciente il Parco Pinocchio) trasformandola in aiuola.

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La stessa sorte potrebbe toccare anche a quella davanti all’Hotel Salerno.

Mah speriamo di no

 

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>>>>>> Collegati su facebook alla galleria fotografica con tutte le fontane di Salerno, storiche e moderne, e guarda lo stato di degrado in cui sono lasciate dal Comune.

 

 

Ecco il ChiancaRap per il sindaco De Luca

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Realizzato dallo storico rapper e b-boy salernitano “Patto MC”, conosciuto nella scena hip-hop su scala nazionale

Ecco il ChiancaRap per il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca a firma dell’ormai storico rapper e b-boy salernitano “Patto MC”, conosciuto nella scena hip-hop su scala nazionale (http://www.pattomc.com/) e del gruppo facebook Figli delle Chiancarelle.

Nel video musicale (oltre 6.000 visualizzazioni nel primo mese), Patto MC senza mezzi termini, usando il duro linguaggio della strada, come è di grammatica nel rap, non le manda a dire all’amministrazione comunale sulla questione Vignelli: “il logo solo soldi buttati”. Inoltre lancia un grido di dolore per i molti salernitani, cittadini, artisti ed imprenditori in grossa difficoltà economica “siamo senza sangue” e accusa il Comune di Salerno di spendere migliaia di euro in operazioni inutili, ad esempio gli oltre 300.000 per il concerto di Capodanno con Gianna Nannini, mentre quando si chiamano gli artisti salernitani gli si chiede di farlo gratis perché non ci sono soldi. Chiusura sui milioni di euro per le Luci d’artista, definiti una “lucida follia”. 

Lo ripubblichiamo, per gentile concessione di Patto MC sul nostro sito YouTube

http://www.youtube.com/watch?v=AHcXci2lc0A&feature=youtu.be

 

Il testo del ChiancaRap

“200.000 per un logo quella S non sta per Salerno ma per i soldi buttati a vuoto
Per la stessa avresti avuto un’agenzia pubblicitaria intera dando lavoro a chi le dà il suo voto
Se parliamo siamo figli delle chiancarelle lei non vuol sentirsi dire che butta troppi money nel fuoco
Ma quali figli delle stelle quello è Alan Sorrenti! Un altro giornalista idiota che spara cazzate ai quattro venti
La gente mi fà Patto MC complimenti ma il comune non mi chiama mai a suonare ai suoi eventi
… La volta che ci chiamò ci voleva dare zero e dai 300.000 alla Nanninni euro sopra euro
No politica nè affini è un fatto di avere tatto è il sistema che non è esatto e non premia lei in primis
800.000 per la rete wirless che non prende bene nè con un I-pad nè coi telefonini
5.000.000 d’euro con uno schiocco e via
Luci d’artista? Lucida follia! Figli delle chiancarelle è soltanto ironia
Noi siamo avanti già anni luce, duce, zero nostalgia
Non vogliamo un altro sindaco capisca bene
Vogliamo soltanto un poco di sangue nelle nostre vene
Mentre ci vediamo la città assediata dalle iene
Ma forse a lei non gliene frega o forse le conviene
Qua c’è il rubinetto chiuso pure sulle banche e nello stretto non si accetta questo neanche
Nel frattempo mi scuso per le nostre facce stanche
PS Cordiali saluti… Figli delle Chianche”.

 

 

 

Wi-Fi, la replica del Comune non convince

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Wi-Fi, la replica del Comune non convince

In media 115 persone al giorno provano a usare il servizio. E le aree realmente coperte confermano i nostri test rispetto alla propaganda del sindaco De Luca.

Il wi-fi libero a Salerno diventa un caso. Dopo la denuncia dettagliata del gruppo ‘Facebook’, ‘Figli delle Chiancarelle’, il Comune di Salerno ha deciso di correre ai ripari.

A fornire una spiegazione sul servizio informatico ci ha pensato il direttore dei sistemi informativi del Comune di Salerno, l’ingegnere Raffaele Ciaraldi, che, con poche parole e qualche grafico, ha voluto rimarcare la qualità del servizio ed il suo notevole successo in termini di accessi e di traffico.

“La soluzione adottata dal Comune di Salerno aggiunge la possibilità di copertura di tipo ‘hand over’”, ha affermato Ciaraldi, “cioè agganciare il segnale da un’antenna e continuare ad avere la copertura spostandosi tra un’antenna e l’altra, senza perdita di connessione”.

“Un esempio è quello che accade su via Roma: un cittadino che si collega in Villa Comunale, può continuare la navigazione, senza soluzione di continuità, fino alla chiesa di Santa Lucia oppure su lungomare Trieste, passando per piazza Amendola, oppure proseguendo su piazza Matteo Luciani in direzione del teatro ‘Verdi’”.

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Infine Ciaraldi elenca un po’ di dati: “Gli utenti registrati e che hanno utilizzato almeno una volta il servizio wi-fi sono oltre 5500. Particolarmente interessante è il dato dell’ultimo mese di gennaio con ben 1.500 nuovi iscritti e 3.400 connessioni della durata media di 50 minuti, che evidenziano la continuità del servizio e la sua significativa fruibilità”.

Ma le dichiarazioni di Ciaraldi non sono piaciute per niente ad Edy Piro, portavoce dei ‘Figli delle Chiancarelle’, che ha replicato al dirigente di palazzo di città: “I dati ricevuti indicano una media di circa 115 connessioni quotidiane nel mese di gennaio ma non il tempo di connessione e nemmeno la qualità della stessa. In breve ci sono 100 persone che provano a usare il servizio ma non necessariamente ne fruiscono.

 Gli hotspot di un wifi su territorio cittadino devono per forza essere ‘hand over’ o ‘bridge’.

E’ come dire che un’automobile moderna ha il cambio con le marce. Inoltre si è finalmente capito quali sono le aree realmente coperte che confermano quelle da noi rilevate, in dissonanza con quanto pubblicizzato sui totem ancora presenti in città.

 Fondamentalmente è un servizio mediocre che va migliorato immediatamente”.

A Salerno la metropolitana più lenta del West

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A Salerno la metropolitana più lenta del West

Accordo tra Comune e Rfi: “Una navetta ogni 60 minuti”. Dopo 15 anni e 40 milioni spesi servono altri investimenti per ultimare l’opera. Manca anche il gestore

Grazie alla Legge 211 del 1992 che permette anche ai Comuni, oltre che alle città metropolitane, di sviluppare sistemi di trasporto rapido di massa e di tramvie veloci, l’amministrazione di Salerno riesce ad ottenere, circa 15 anni fa, 80 miliardi di lire per realizzare la sua metropolitana.

Il 3 dicembre del 2010 il Comune di Salerno e Rfi, rete ferrovia italiana, sottoscrivono un disciplinare di affidamento in gestione dell’infrastruttura ferroviaria di collegamento tra la stazione di Salerno Fs e lo stadio Arechi.

A pagina 9 si legge che “la tratta metropolitana sarà attivata con un sistema di esercizio a spola con cadenzamento a circa 60 minuti”. Ovvero un unico binario ed un unico treno che fa avanti e indietro ogni ora, ritardi permettendo.

Questo servizio però sarà “preceduto dall’attivazione del pre servizio tecnico vincolato dal completamento di tutte le attività di verifica tecnica a cura dei tecnici Rfi”. Insomma prima di dare l’ok bisognerà, c’è scritto, realizzare i seguenti interventi: 1) Scmt in arrivo alla stazione terminale di Arechi 2) Attivazione del segnale di avviso al segnale di protezione di Salerno 3) Adeguamento del Bca per spola promiscua.

Pertanto sembra difficile affermare, come fa il Sindaco De Luca, che l’opera è ultimata e deve solo partire. Una balla, al solito.
Inoltre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con una nota del 29 aprile 2010, indirizzata anche al Comune ribadisce che non c’è “nessun elemento ostativo alla concessione dell’autorizzazione, qualora richiesta, all’assunzione, da parte di RFi della gestione della tratta in oggetto”. Che tradotto vuol dire: se vi sta bene gestirla, fatelo pure, ma non con altri soldi del Ministero.

 Il problema della gestione è enorme: un treno ogni 60 minuti che percorre 7,5 chilometri fino alla fermata M8 Arechi, che in futuro potrebbe scendere a 20 minuti, dopo però ulteriori grandi investimenti nonché la modifica del Piano Regolatore della Stazione di Salerno e delle altre stazioni sedi di incrocio sulla linea , a chi può davvero interessare?

Ultima chicca, se dalla fermata Arechi volete arrivare alla fermata Duomo –Via Vernieri, alla stazione centrale dovete scendere dal trenino spola, attraversare un po’ di binari e salire su un altro trenino spola che vi aspetta su un altro binario. A piedi si fa francamente prima ed è anche gratis.

 

Ispezione ministero II: l’allegra gestione del personale

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Ispezione ministero II: l’allegra gestione del personale

Indennità di Gonfalone, un “disagio” da 86.000 euro l’anno.

La verifica degli ispettori del Ministero evidenzia una gestione anomala degli straordinari a dirigenti comunali, personale di polizia ed igiene urbana.

La seconda parte della verifica amministrativa contabile, effettuata dagli ispettori del Ministero delle finanze al Comune di Salerno, dal 30 giugno al 29 luglio 2011, ha portato a galla anomalie “rilevanti e diffuse” nella gestione del personale dell’Ente. (pg. 2).

Tra queste, la più stravagante e singolare è certamente la “mitica” Indennità di Gonfalone: si tratta di un’indennità di “disagio”, un bonus economico a chi è addetto a portare l’effige durante le sue pubbliche uscite. Soltanto nel 2010 sono stati spesi 86.000 euro di Indennità di Gonfalone. “Questa indennità – scrivono gli ispettori – non è prevista da alcuna norma di legge o contratto collettivo” (pg. 5).

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Più in generale gli ispettori notano un notevole incremento, del 20,7%, del Fondo Pro capite (dal 2004 al 2010), nonostante il numero dei dipendenti comunali sia sceso da 1.548 del 2004 ai 1.292 del 2010.

A questo va aggiunto che il “monte straordinari” Pro Capite è risultato 10 volte superiore a quello abituale (pg. 3)

Sempre in tema di indennità di disagio, secondo gli ispettori risulta evidente, nello specifico, l’illegittima corresponsione della “indennità di disagio” al personale della Polizia Municipale ed al personale che utilizza abitualmente i videoterminali. Inoltre tale indennità di disagio corrisposta dal 2006 al 2010, oltre 11 milioni, per lo stesso periodo non avrebbe dovuto superare i 500 mila euro, secondo una ragionevole applicazione. (pg. 5)

Il “fondo straordinario”, che si sarebbe dovuto attestare a 1 milione 500 mila euro, fa presumere un grave sforamento del limite di spesa di oltre 9 milioni di euro nel triennio 2008/2010” (pg. 7)

L’attenzione degli ispettori è soprattutto sulle maggiorazioni di straordinario per Polizia Municipale e Nettezza Urbana: “Lo straordinario è stato indebitamente incentivato attraverso l’erogazione di maggiorazioni alla tariffa prevista dal contratto nazionale (pg. 8).

Tale circostanza palesa una illegittima doppia remunerazione della stessa fattispecie”(pg. 9)

In merito sono stati analizzati “file excel” con voci anomale per le quali è stato richiesto un chiarimento al dirigente del Settore Ragioneria. Tra queste il “premio per l’attività straordinaria”, una sorta di incentivo alla sola disponibilità ad effettuare lo straordinario: nel 2010 il premio è stato di 655 mila euro. Oppure la voce “incentivo vigili urbani”, anche qui un incentivo alla disponibilità per il servizio dalle ore 21 all’una di notte: 65 mila euro nel 2008 e 94 mila nel 2009 (pg. 9).

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Poi ci sono anche i compensi “fuori fondo” nel mirino degli ispettori. Balza agli occhi il milione e mezzo di euro in 5 anni per il “lavaggio vestiario” per gli impiegati nell’attività di igiene urbana. In alcuni casi il compenso, sulla parola, è stato di 2 mila euro l’anno. (pg. 11).

Infine gli ispettori hanno puntato il dito su ulteriori emolumenti di alcuni dirigenti: “violerebbero il principio di omnicomprensività della remunerazione accessoria”. (pg. 13-14).

>>>>>>>>>>>>>>>> Ispezione ministero economia comune di salerno 2

Insomma una gestione davvero anomala del personale dipendente, con evidenti sprechi e privilegi, naturalmente a carico dei cittadini di Salerno.

Metropolitana, ci si mette anche il “tappo” di Via Zara

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Metropolitana, ci si mette anche “tappo” di Via Zara

Rosario Ternullo, Legambiente, svela il mistero che crea ulteriore impedimento allo sviluppo dell’opera

Tre anni fa, presidente della Campania Bassolino, mi recai presso l’EAV (Ente Autonomo Volturno), nel ruolo di responsabile di Legambiente Trasporti Campania, per risolvere il nodo di Salerno che crea grande disagio al traffico ferroviario nazionale.

Con l’ingegnere Tino Borrello esperto in progettazioni ferroviarie dell’ente facente capo alla regione Campania, mettemmo su un’ipotesi di progetto per sbottigliare la strozzatura localizzata all’uscita della galleria Santa Lucia.

Si ipotizzò l’abbattimento dei due fabbricati realizzati negli anni ’50 abusivi perché contro la legge sulle aree di rispetto, con ricostruzione ed arretramento di almeno 20 metri (la più economica delle soluzioni), per consentire la realizzazione del 5° binario e rendere autonomo l’asse ferroviario Salerno – Mercato San Severino, rispetto alla linea dei treni a lunga percorrenza (3° e 4° binario).

Se l’operazione fosse andata in porto la regione Campania si sarebbe accollata le spese per circa 8 milioni di euro, ma ci voleva il passaggio e l’approvazione del comune di Salerno.

A detta dell’ingegnere questa era una condizione indispensabile per i successivi investimenti della metropolitana regionale ( prolungamento fino a Battipaglia con realizzazione della stazione per l’aeroporto, elettrificazione della Salerno – Mercato San Severino con raddoppio parziale della linea e bretella per l’università), dal momento che l’accavallamento di linee determinava un disservizio tale che non si potevano programmare i tempi di cadenzamento dei convogli.

Nell’incontro con il Sindaco De Luca la proposta fu respinta adducendo che il prolungamento del trincerone est era prioritario a qualunque altro intervento.

Successivamente, in un mio incontro presso l’ACAM in presenza dell’allora Direttore la Senatrice dei Verdi Anna Donati, attualmente Assessore ai Trasporti del comune di Napoli, e in un incontro con i responsabili delle ferrovie (due ingegneri venuti da Roma per tratta della Napoli – Bari), affrontammo anche l’imbuto di Salerno. I tecnici asserirono che lo sbottigliamento era fondamentale, al fine di una migliore funzionalità del sistema ferroviario nazionale, con la possibilità di poter incrementare il numero dei convogli sulla linea.

A tal ragione mi chiesero se potevo intercedere nella figura del Sindaco De Luca, tassello fondamentale per una perfetta riuscita dell’operazione.

La risposta di De Luca la conoscete, incapace di avere una visione che superi i confini del comune che amministra.

De Luca di cosa si lamenta se l’opportunità di sbloccare la metropolitana l’aveva?

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Sarebbe bastato che questa operazione fosse stata inserita nel Piano Urbanistico Comunale, e nel tempo di una legislatura portato a termine, senza costi aggiuntivi per il Comune, ma l’inerzia e l’incompetenza hanno avuto il sopravvento, perché oggi con lo sbottigliamento potremmo inserire il nodo ferroviario di Salerno tra quelli strategici nazionali, per i quali il Ministero per le Infrastrutture ha erogato quasi 12 miliardi di euro.

Rosario Ternullo, Legambiente Trasporti

Il “pacco” fotovoltaico: il Comune rinuncia al 60% delle royalty

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Il “pacco” fotovoltaico: il Comune rinuncia al 60% delle royalty

2 milioni di euro in meno per le casse comunali, un anno in più di concessione ai privati: questi i punti del nuovo accordo per la gestione del parco solare

Parco solare sì, ma anche un bel “pacco” solare ai danni dei cittadini salernitani, che incasseranno molti milioni di euro in meno, oltre il 65%, rispetto a quanto stabilito in un primo momento dal Comune di Salerno con la ditta che ha realizzato l’impianto.

Nel nuovo accordo tra le parti c’è un ammanco di 42 milioni e 700.000 euro che non trova piena giustificazione né nella riduzione degli incentivi statali di poco più del 26%, né nell’accelerazione dei tempi di ultimazione del parco fotovoltaico.

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La storia inizia con la delibera 1.246 del 2009 in cui si stabilisce di realizzare un impianto da24 Mw (tre distinti campi da 8 Mw ciascuno) nel territorio del Comune di Eboli di proprietà dell’amministrazione comunale di Salerno.

Nel bando realizzato dal Comune si parla di individuare un soggetto a cui affidare la concessione del diritto di superficie, la progettazione, la realizzazione e la gestione dell’impianto.

A vincere la gara è la Toto Costruzioni generali Spa (delibera 1.949 dell’8 luglio 2010).

 

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Il Piano economico della Toto, considerando che l’impianto potrà usufruire della tariffa incentivante di 422 euro/Mwh, prevede una royalty annua da corrispondere al Comune di 3 milioni e 500 mila euro per 19 anni per un totale di 66 milioni e 500 mila euro.

Sempre l’8 luglio 2010 la Conferenza Stato Regioni stabilisce una progressiva riduzione degli incentivi a partire dal 01/01/2011, facendo scendere la tariffa incentivante da 422 euro/Mwh a333 euro, per le attivazioni di impianti avvenute entro aprile 2011, e di 311 euro per quelle attivate entro agosto 2011.

La Toto a questo punto chiede un riequilibrio del Piano Economico, previsto dal bando, e garantisce l’accelerazione dei lavori per evitare la nuova tariffazione meno conveniente. Il Comune è d’accordo.

I lotti I e II dell’elettrodotto entrano in funzione ad aprile 2011, quindi con la tariffa a 333 euro. Il terzo lotto, entrato in funzione a maggio, ricade nella tariffa di 311 euro.

A dicembre 2010 alla Toto Costruzioni Spa subentra la società di progetto Monteboli Spa nel rapporto di concessione con il Comune di Salerno. I nuovi concessionari del parco a febbraio del 2011 reiterano la richiesta di riequilibrio del Piano Economico.

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Il Nuovo piano prevede un abbattimento delle royalty, l’incremento del periodo di gestione dell’impianto ed il trasferimento della gestione del Polo didattico al Comune (prima era a carico della Toto).

Il Comune da’ il suo ok: gli anni da 19 salgono a 20 mentre le royalty annuali scendono a 1 milione 194 mila euro, per un totale di 23 milioni e 800 mila euro.

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La differenza, in negativo, tra i due piani economici,il primo e l’ultimo, è di 42 milioni e 700 mila euro, oltre il 65% in meno. Una cifra che non trova completa giustificazione nella riduzioni di poco più del 26% degli incentivi statali.

Milioni nebulizzati senza un perché! Almeno fino ad ora.

>>>>>>>>>>>> Parco fotovoltaico – Salerno – 2012

 

 

 

Ispezione Ministero I : i conti del Comune non tornano

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Ispezione Ministero I: i conti del Comune non tornano

Grave squilibrio di cassa e debiti con le banche per 200 milioni.

Bilancio in pareggio grazie ai residui attivi, non tutti esigibili, di multe, Ici ed Tarsu.

I risultati dell’ispezione sui conti del Comune da parte del Ministero delle Finanze, effettuata dal 30 giugno al 29 luglio 2011, sono da brividi.

Iniziamo col dire che l’Ente ha contratto fino al primo gennaio 2011 ben 200 milioni 742 mila euro di debito con le banche per investimenti (pg.10).

Che le società partecipate sono in una situazione drammatica e che la differenza tra i crediti vantati da queste col Comune e residui passivi inseriti nel bilancio comunale ammonta a 20 milioni di euro. Somma nebulizzata!!! Nei bilanci delle società miste inoltre non sempre sono esplicitamente indicati i singoli debitori. (pg.2 e 3)

>>>>>>> Ispezione ministero economia comune di salerno

Il Comune inoltre ha un deficit di liquidità di 78 milioni che crea un grave squilibrio di cassa. Il margine residuo a luglio 2011 per anticipazioni di tesoreria è di 4 milioni di euro che, come scrivono gli ispettori, non è nemmeno necessario a pagare una mensilità di stipendi. (pg.4 e 12).

Ci sono ritardi nel pagamento di bollette comunali che superano i 20 mesi (pg.5): con l’Enel abbiamo un ritardo di un anno, con la Telecom di 3 anni.

E’ solo grazie all’utilizzo dei residui attivi, ovvero somme non riscosse ma portate a bilancio, che si riesce a fra quadrare i conti: per intenderci solo di Tarsu (tassa sulla munnezza) i residui attivi sono 44 milioni circa mentre il riscosso e di 23 milioni. Inoltre non è detto che tutti i residui siano realmente esigibili. Stesso discorso vale per i proventi da permessi a costruire dove nei residui attivi è segnata la cifra di 25 milioni.

Stesso discorso ancora per L’ICI, con oltre 3 milioni di residui attivi (pg.7)

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Per quanto riguarda le multe dei Vigili Urbani i residui attivi sono circa 33 milioni (pg.8).

Tra le bizzarrie delle spese sostenute con le multe c’è anche il pagamento per l’iscrizione dei Vigili Urbani al tiro a segno e per la manutenzione delle pistole. Scrivono gli ispettori, con una certa ironia: “non si intravede la relazione esistente tra il miglioramento della circolazione stradale e le spese per l’armamento” (pg.9).

In fine (pg.12 13 14) gli ispettori elencano le criticità alla base del “grave” squilibrio di cassa.

Insomma stamm proprio arruvnat!

Logo story II: ovvero come ti riciclo una “S”

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Logo story II: ovvero come ti riciclo una “S”

L’antefatto del marchio turistico di Salerno, la S gialla e arancio racchiusa in un  fondo sfumato azzurro blu, disegnata dal designer Massimo Vignelli, non è tanto nel logo del Napoli o del Sapri Calcio.

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L’antefatto è in un progetto analogo  dello stesso Vignelli datato 1972 e realizzato per l’identità aziendale di  OPS (Offshore Power Systems), una società che costruiva piattaforme nucleari galleggianti fondata nel 1970 e che ha chiuso definitivamente nel 1984 .

Il logo in questione è pubblicato  e, sebbene non trovi spazio sul sito ufficiale di Vignelli Associates, risulta in un testo digitale che raccoglie i progetti più significativi del noto designer .

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Il logo OPS raffigura un quadrato bianco in una circonferenza composta in due metà celeste e azzurro.

Questa la descrizione: “Il simbolo rappresenta schematicamente il concetto di produzione di energia galleggiante. Il fondo è blu scuro (l’oceano) e l’azzurro in alto (il cielo), mentre la pianta, rappresentata dal quadrato bianco, galleggia tra questi due elementi” .

Il concept del  marchio di una società americana (ora fallita)  che produce energia atomica è paradossalmente lo stesso impiegato quaranta anni dopo per il marchio della ridente cittadina di provincia adagiata tra cielo e mare.

Unica differenza la sfumatura dei colori che sembra sia stata voluta da sindaco di città: Vincenzo De Luca.

«È importante che in un messaggio ci sia identità» asserisce Vignelli nella sua lectio magistralis di presentazione del marchio al Teatro Verdi di Salerno. Ma quale identità possono mai avere in comune Salerno e l’ Offshore Power Systems?

Simona Brandolini così commentava dalle pagine del “Corriere della Sera” la portata innovativa del marchio salernitano all’indomani della sua presentazione: “Quello nuovo di zecca –il marchio n.d.r.- è una grande S gialla che campeggia in un azzurro dalle sfumature del cielo e del mare. Come tutte le nuove cose, il primo impatto non è felicissimo, tra la semplicità e la banalità c’è un sottilissimo confine. Ci vorrà del tempo per metabolizzarlo, non v’è dubbio. E soprattutto i salernitani dovranno abituarsi, visto che è stato pagato” .

Di vero c’è che il marchio è stato pagato e non poco, quarantacinquemila euro ad oggi , prezzo scontato dei duecentomila euro previsti inizialmente per il progetto e la sua diffusione, stanziati nella prima delibera e ridotti forse anche grazie al polverone sollevato dopo l’infuriare di polemiche sia a livello locale che nazionale. Quanto ad innovazione si stenta a credere che sia inedito un marchio del 2011 identico a quello datato 1972.

Certo in quest’ultimo manca la “S” che costituirebbe il segno distintivo della città, in font Bodoni così caro al designer newyorkese,  che dovrebbe raffigurare in forma stilizzata due delfini ed allo stesso tempo  la silouette di un ippocampo. E passi che il Bodoni è un carattere tipografico che si addice più a Parma che a Salerno come ha sottolineato Mario Piazza in un autorevole quanto imbarazzato commento su “Abitare” .

Il problema è tutto nell’ippocampo o meglio nei delfini che sono stati utilizzati nel logo di un’altra città meridionale che inizia per “S”: Siracusa.

E di loghi con la S ed i delfini intrecciati la città siciliana ne ha diversi, risultanti da un concorso bandito nel 2007 dall’AIAP e che annoverava tra i giurati, oltre al già citato Piazza, proprio il maestro Vignelli.

E’ sconcertante la somiglianza del marchio di Salerno con i progetti classificati al secondo e terzo posto del concorso. In sintesi, il nostro marchio turistico ora presente anche su cravatte e foulards di un noto camiciaio salernitano, è il collage di un logo del Vignelli del 1972 e di due o più loghi che hanno partecipato ad un concorso nel 2007 in altra città e con lo stesso designer a presiedere la giuria. In tempo di crisi Vignelli ha pensato bene per il marchio di Salerno di non sprecare tempo e di riciclare un logo vecchio di 40 anni! Allo spreco di denaro pubblico ha invece provveduto il Comune.

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Il controverso logo turistico campeggia ora su tutti i manifesti comunali, utilizzato spesso in maniera impropria per coprire le affissioni scadute sempre con sperpero di soldi pubblici, mediante la  massiccia diffusione più dentro che fuori Salerno, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da una promozione turistica.

La ragione va individuata nella necessità di imprimere nell’immaginario dei cittadini un simbolo vuoto di significati e di legami con il territorio.

Inoltre il marchio è da ora in cerca di acquirenti: un regolamento comunale  approvato in data 3 Maggio 2012 ne disciplina l’uso e la licenza di vendita anche se, stranamente, è omesso il tariffario  per cui si ignora in base a quale contratto e dietro quale compenso siano stati già ceduti i diritti per la suddetta produzione di camicie, foulards, cravatte e dolciumi.

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100 Bop per fermare il mostro Crescent

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Cento Bop per fermare il mostro Crescent

Ferma il Mostro! Compra una buona azione, compra un Bop”: la campagna sociale organizzata, per tutto il mese di aprile 2012, dal gruppo facebook “Figli delle Chiancarelle” è riuscita nel suo intento: raccogliere i fondi per permettere ad Italia Nostra di presentare il ricorso al Consiglio di Stato contro la realizzazione del condominio Crescent sulla spiaggia di Santa Teresa a Salerno.

Non solo: il ricorso di Italia Nostra ha anche ottenuto, ad inizio giugno, l’ok dalla IV sez del Consiglio di Stato che  in via cautelare, in attesa di sentenza nel merito, ha sospeso i lavori del mega condominio sulla spiaggia di Santa Teresa.

Grazie alle spontanee donazioni dei cittadini, che hanno ricevuto in ricordo uno dei 100 Bop (Buono Ordinario Pullanghelle) emessi dal Banco delle Chiancarelle, sono stati raccolti oltre 1300 euro.

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Il momento clou della campagna si è avuto durante la Pasqua delle Chiancarelle, quando numerosi salernitani si sono recati al Bar No Stress per “sottoscrivere” i BOP.

Il Bop vale come un azione di grande valore civico per salvare Salerno ed il paesaggio costiero dall’ EcoMostro, ovvero il Crescent, il plesso residenziale alto 30 metri e lungo quanto tre campi di calcio, che si sta realizzando a danno della storica spiaggia cittadina, ridotta oggi a meno della metà.

A seguito dei lavori sono stati cementati 5.800 mq di spiaggia e addirittura 3.900 mq di mare.

In totale si è perso un ettaro di natura a favore del cemento e della speculazione.

A fronte di una donazione spontanea, i cittadini hanno ricevuto un Bop a testimonianza del gesto di grande sensibilità civica a tutela del proprio territorio.

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I “value certificate” erano a tiratura limitata, numerati e filigranati con l’immagine del Lungomare.

Il Bop numero 100 è stato aggiudicato all’asta attraverso Ebay con un’offerta di oltre 5o euro.

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Come con l’acquisto della cucina della Mensa dei Poveri di San Francesco (per la quale sono stati raccolti 3450€), ancora una volta i FDC si impegnano per il sociale perché vogliono ribadire il loro amore per Salerno e il territorio cittadino; attraverso questi gesti di grande valore civico, le istituzioni dovranno capire che le esigenze e le proposte dei cittadini vanno ascoltate e non represse e derise.