Boom: esplode la bomba del Crescent!

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Boom: esplode la bomba del Crescent! Video ed immagini dei Fdc

Le operazioni si sono concluse con successo alle 17.02 di domenica 15 luglio 2012 !

Superato anche l’ultimo step, ringraziamo i militari che hanno gestito il disinnesco dell’ordigno ed i componenti del gruppo NOCS (nucleo operativo chiancarelle salerno) che ci hanno aggiornati minuto per minuto sulla nostra pagina facebook !!

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Ecco alcune immagini e video delle operazioni:

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LA FOTO CRONACA DELLE OPERAZIONI

ORE 12.00: LO STACCO

La gru telecomandata a distanza dagli artificieri inizia il sollevamento della bomba per inserirla nel sarcofago

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ORE 12.10: IL VOLO DELLA BOMBA

L’ordigno molto lentamente viene spostato verso l’ingresso del sarcofago alto circa 10 metri e circondato di terra per attutire il colpo

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ORE 12.20: LA BOMBA ENTRA NEL SARCOFAGO

Le operazioni procedono sempre con estrema lentezza per evitare che uno scossone o una vibrazione eccessiva possano far esplodere l’ordigno

ORE 13.00: IL SARCOFAGO VIENE TUMULATO

La bomba è nel sarcofago, la gru copre l’apertura dove si trova ora l’ordigno con ulteriore terra

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ORE 17.02: BOOM, LA BOMBA BRILLA

Un rumore sordo, attutito dalla terra, accompagna la detonazione della bomba

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Nessuno tocchi il Lungomare: IN e Fdc scrivono alla Soprintendenza

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“Nessuno tocchi il Lungomare”: Italia Nostra e Fdc scrivono alla Soprintendenza

Dopo i Bop, serviti a finanziare il ricorso al Consiglio di Stato contro il Crescent, Italia Nostra ed I Figli delle Chiancarelle scrivono alla Soprintendenza ai Beni Architettonici di Salerno per chiedere un incontro che faccia chiarezza sulla tutela di uno dei tratti più caratteristici della nostra città, messo già a dura prova dall’intervento di realizzazione di Piazza della Libertà, che ne ha stravolto la parte immediatamente a ridosso dell’ex Jolly Hotel. Intervento, è bene ricordarlo, che ha visto la Soprintendenza incapace di esprimere un qualsiasi giudizio di merito, scegliendo la discutibile strada del silenzio assenso.

Nel futuro nuove minacce si addensano sul Lungomare. E’ prevista infatti la realizzazione di box interrati a Piazza Cavour: l’intervento, come si evince dai rendering, coinvolgerebbe anche lo spiazzale del Lungomare antistante la Provincia, stravolgendo ulteriormente quel tratto di passeggiata tanto cara ai salernitani.

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Inoltre la stessa Autorità portuale di Salerno, secondo quando si legge dei giornali, starebbe pensando di realizzare un nuovo molo di attracco perle navi da crociera proprio davanti al Lungomare, alzando di fatto una barriera visiva che impedirebbe la vista del mare e dell’orizzonte.

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“Egregio Soprintendente – scrivono Italia Nostra ed i Fdc nella nota protocollata in Sovrintendenza – si susseguono annunci e notizie di un intervento dell’Autorità Portuale di Salerno, del Comune di Salerno e della società Royal Caribbean, teso alla creazione di un porto per navi da crociera nell’area del Porto Turistico Masuccio Salernitano. 

Dalle prime notizie acquisite, poichè ancora nessuno ha potuto visionare e valutare i progetti, sembra che l’intervento interesserebbe tutta l’area che va, oltre che ovviamente l’attuale struttura portuale, dalla piazza della Concordia al lungomare Trieste altezza di via dei Principati. Tale progetto, non solo avrebbe gravi implicazioni in ordine all’aumento dell’inquinamento marino, stravolgerebbe lo storico ruolo del Lungomare di Salerno quale passeggiata alberata lungo il mare, con una cementificazione di tutto l’attuale fronte marino e di fatto renderebbe.

Se ciò corrispondesse al vero e venisse autorizzato o fatto passare con un nuovo silenzio assenso, Salerno sarebbe una città di mare privata anche solo della vista di quest’ultimo, visto che la balneabilità è già persa da tempo. E’ il caso infatti di sottolineare che l’intera area antistante il lungomare da qualche anno è considerata interamente area portuale pertanto non vengono rilevate le condizioni di balneabilità dall’ARPAC, l’agenzia della Regione Campania preposta.

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 Il Lungomare Trieste di Salerno –  scrivono Italia Nostra ed i Fdc – come indicato con riferimento alla Carta dei Vincoli anche nella relazione del “Piano di Utilizzazione degli Arenili”, redatto dal Comune di Salerno e facente parte integrante del vigente P.U.C., ai sensi della L.1497/39, art.1 comma 2,è tutelato specificatamente perché fa parte dei “parchi, ville e giardini di non comune bellezza”, nonché l’intera fascia costiera è interessata dal vincolo ex L.431/85. A tal proposito si richiede, pertanto, un urgente incontro per conoscere le iniziative che codesta spettabile Soprintendenza vorrà esperire ai fini della tutela del Lungomare Trieste di Salerno, simbolo della città e così caro ai salernitani ed ammirato dai tanti visitatori di Salerno”.

 

Il Lungomare di “non comune bellezza” lasciato al degrado

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Storia di un Lungomare di “non comune bellezza” lasciato al degrado

Il Lungomare di Salerno è un luogo simbolo della città. A partire tra la fine degli anni ’40 e gli inizi degli anni ’50 del XX°, quando, per un’intuizione del Segretario Comunale di allora, Alfonso Menna (divenuto uno dei più importanti sindaci della città), si trovò collocazione alle ingenti macerie provocate dai bombardamenti, nel corso della II^ Guerra Mondiale, ed alle enormi quantità di ceneri e lapilli cadute a Salerno durante l’eruzione del Vesuvio del marzo 1944. Il Lungomare nacque così, dall’intuizione di usare tutti questi materiali per trasformarli in una passeggiata alberata a mare, colmando lo specchio d’acqua che correva lungo l’antica via Marina cittadina, dalle prossimità del porto ai futuri porto turistico Masuccio Salernitano e piazza della Concordia.

Con il Lungomare iniziò anche la storia della “Città Giardino” che ha fatto innamorare tutti i salernitani ed i visitatori di Salerno.

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Oggi, nel 2012, dobbiamo constatare amaramente, dopo i fasti degli anni di Menna, anni ’50 e ’60, con le sue aiuole sempre fiorite, dopo il bel restauro del Sindaco Vincenzo Giordano, all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, che il nostro Lungomare versa in un degrado vergognoso.

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Le palme mozzate, attaccate dal punteruolo rosso e non sostituite, gli arredi vecchi e logori, la pavimentazione sconnessa e le aiuole rinsecchite, mostrano un senso di trascuratezza e provocano un dolore in tutti i salernitani, che tanto lo amano. Di non secondaria importanza i lavori e la cementificazione di una bella fetta dell’antica spiaggia di Santa Teresa, dovuti alla realizzazione della costruenda piazza della Libertà e del “Mostro di Salerno – Crescent”

L’amministrazione comunale attuale presta poca o nulla attenzione al recupero del Lungomare. Anzi l’ultima, indecente, idea che circola sui giornali cittadini è quella di trasformarlo, con la realizzazione di un nuovo molo trapezio, in porto per enormi navi da crociera. Se ciò dovesse accadere i salernitani perderebbero la vista del mare passeggiando sul Lungomare, davvero un paradosso.

Storia del lungomare di Salerno

Il Lungomare Trieste di Salerno è un grande giardino alberato (interamente pedonale, largo 30 metri e lungo circa 2 km) che costeggia il mare nel tratto centrale del nucleo urbano, dal Porto commerciale a quello turistico.

Fino all’800, non esisteva ancora. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento si avvertì la necessità di proteggere la via marina, quella che allora era considerato il limite orientale della città, che andava dalla spiaggia di Santa Teresa, in quei tempi assai più estesa, alla prossimità dell’area marina prospiciente la stazione ferroviaria.

Proprio lungo l’allora via Marina di Salerno, attuale via Roma, passava la linea ferroviaria che in seguito sarebbe stata spostata più a monte. Inoltre nel primo decennio del ‘900 (1908) si realizzò la linea tramviaria che correndo lungo il Corso Garibaldi, che in quell’epoca era adiacente il mare, passando davanti alla Prefettura vecchia (attuale Palazzo Sant’Agostino sede della Provincia di Salerno) si inerpicava per la salita di Vietri proseguendo fino a Pompei.

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Nei decenni successivi e nel ventennio fascista la zona di Salerno prospiciente la marina fu urbanizzata completamente, così come il Corso Vittorio Emanuele che si ricongiunse con la piazza Ferrovia. La città incominciò ad assumere l’attuale conformazione con la costruzione di nuovi edifici pubblici, quali le Poste, le Scuole Barra e Vicinanza, il Tribunale, la sopraelevazione della vecchia Prefettura (Provincia) ed infine il Palazzo di Città.

Un primo “avanzamento” della strada, col conseguente riempimento del precedente arenile costiero, avvenne nei primi decenni del secolo scorso, con la creazione dei primi giardini fino all’altezza dell’attuale palazzo della Provincia. Intanto Salerno dopo i primi anni di guerra, nell’estate del 1943, fu oggetto di bombardamenti selvaggi degli anglo – americani che preparavano il terreno per lo sbarco di Salerno, l’operazione Avalanche, che sarebbe avvenuta nella notte del 9 settembre 1943.

Dopo l’occupazione alleata e durante il periodo in cui la città ospitò il cosiddetto Governo di Salerno, essendo di fatto la capitale dell’Italia liberata peralcuni mesi, il Vesuvio, il 18 marzo 1944, si risveglio da un torpore secolare con una violentissima eruzione, l’ultima che si possa ricordare prima del riposo attuale.

L’eruzione, durata una decina di giorni sino al 29 marzo, procurò danni ingenti a numerosi comuni e città della Campania, compresa Salerno che fu coperta da una pesante coltre di ceneri e lapilli vulcanici. Fu allora che l’allora segretario comunale Alfonso Menna pensò al nuovo Lungomare, confidando nell’amicizia dell’ing.Camillo Tizzano, Direttore Generale del Ministero dei Lavori Pubblici, che in quella primavera del ’44 aveva sede nel Palazzo Natella (a fianco del Palazzo di Città) a Salerno. Insieme erano preoccupati di trovare collocazione per l’ingente mole di macerie causate dai bombardamenti e materiali lapidei derivanti dall’eruzione del Vesuvio.

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Così l’uno, Menna, diede l’idea di un allargamento del lungomare con la creazione di giardini a mare e l’altro, Tizzano, rintracciò tra le pieghe del bilancio ed escamotage burocratici i fondi per l’opera. Nacque all’ora, nel primissimo dopoguerra, l’idea ed il nome di Salerno “città Giardino”, con la creazione dell’attuale Lungomare, che nell’attuale conformazione si è venuto delineando solo negli anni ’60 (piazza della Concordia), ’70 (porto turistico Masuccio Salernitano) ed ’80 (nuovo arredo e ristrutturazione della giunta Giordano) del novecento.

 

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Sul viale più esterno, fino a pochi anni fa, correva un binario ferroviario (demolito in parte di recente) mediante il quale le merci sbarcate al porto commerciale venivano trasportate con un apposito treno alla stazione ferroviaria. L’utilizzo di questi binari è terminato il 3 dicembre del 2005, a seguito di un tragico incidente: la linea fu dismessa ufficialmente dalle Ferrovie dello Stato nel 2007.

Il Lungomare è stato sottoposto ad un esteso lavoro di valorizzazione e nuovo arredo urbano all’inizio degli anni novanta, per delibera della prima Giunta di sinistra del Sindaco Vincenzo Giordano, ad opera di progettisti salernitani quali l’arch. Giovanni Carpentieri (direttore dei lavori), Mario Villani e dell’ing. Aniello Sessa. Il grande giardino è costituito da tre viali paralleli separati da vaste aiuole piantumate a palme (Phoenix canariensis, P. dactylifera, Washingtonia sp., Chamaerops sp.), tamerici, lecci, pini d’Aleppo, platani ed altre essenze.

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Si tratta di una delle più belle passeggiate litoranee d’ Italia per la lussureggiante vegetazione esotica e per lo spettacolare panorama sul golfo di Salerno, con i monti della costiera Amalfitana sullo sfondo.

Il palmeto del Lungomare è gemellato a quello di Sanremo, per la tutela botanico-scientifica.

Nel 2006-2007, un insetto parassita di provenienza asiatica (Rhynchophorus ferrugineus) ha attaccato la quasi totalità delle palme, che sono state abbattute in attesa di essere sostituite, tanto da far assumere al Lungomare attuale un aspetto molto dimesso.

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Anche gli arredi sono in condizioni ormai logore, tutto il Lungomare di Salerno avrebbe bisogno quanto prima di un urgente ed approfondito lavoro di recupero e restyling, per riportarlo agli antichi splendori.

La Notte Chianca porta il nuovo sito web

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La Notte Chianca porta il nuovo sito web

La Notte Chianca è arrivata ed ha portato in dono il nuovo sito dei Figli delle Chiancarelle.

In bar della centralissima via Roma, i numerosi salernitani accorsi per l’evento hanno festeggiato la messa on line del sito WEB delle Chiancarelle

La data scelta non è stata casuale ma volutamente collegata alla festa dei 100 anni della Statua della Libertà, realizzata dal grande scultore salernitano Gaetano Chiaromonte, e inaugurata a Corso Garibaldi proprio il 16 giugno, ma del 1912

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Libertà in una città dove la partecipazione è continuamente derisa ed offesa dalle istituzioni.

I Figli delle Chiancarelle, tra un lupino ed una pullanghella, hanno svelato il loro nuovo progetto di denuncia e di contro-informazione, sempre in chiave ironica e artistica.

Il sito web dei Figli delle Chiancarelle non andrà a sostituire la pagina FB, che è in continua crescita (ad oggi supera le 6000 persone), ma la affiancherà. Sul social ntw FB gli iscritti continueranno a confrontarsi, a denunciare ed a mettere alla luce tutto ciò che non va a Salerno.

Il nuovo sito WEB conterrà tutte le informazioni, documenti, fotografie e denunce che i Figli delle Chiancarelle in questi mesi hanno portato a galla, rendendole così più fruibili e accessibili anche ad un livello nazionale.

Il web sarà ancora una volta lo strumento preferito dai FDC per far conoscere un’altra realtà cittadina, ben lontana da quella che il primo cittadino Vincenzo De Luca racconta nel suo monologo settimanale in tv.

A Salerno le fontane non sono più di moda

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A Salerno le fontane non sono più di moda

Viaggio nello stato di degrado ed abbandono delle fontanelle pubbliche cittadine, un tempo fiore all’occhiello del sindaco De Luca, ormai ex Vincenzo a’ fontana, il suo primo soprannome ai tempi del primo mandato da sindaco negli anni novanta.

Le fontane di Salerno, un tempo con l’allora giovane sindaco Vincenzo De Luca, erano molto in auge tanto che il popolare primo cittadino fu appellato Vincenzo ‘a funtana.

Oggi vivono una esistenza più grama, molte sono “stutate” (spente, ndr) altre interrate etrasformate in non sempre apprezzabili fioriere od aiuole.

A noi sinceramente piacciono più le fontane ed il movimento dell’acqua.

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Peccato che, dopo l’interramento nel Parco del Mercatello e della “Fontana Felice” di Ugo Marano, davanti al sagrato di San Pietro in Camerellis, adesso si proceda con la fontana di Piazza Montpellier (prospiciente il Parco Pinocchio) trasformandola in aiuola.

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La stessa sorte potrebbe toccare anche a quella davanti all’Hotel Salerno.

Mah speriamo di no

 

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>>>>>> Collegati su facebook alla galleria fotografica con tutte le fontane di Salerno, storiche e moderne, e guarda lo stato di degrado in cui sono lasciate dal Comune.

 

 

Ecco il ChiancaRap per il sindaco De Luca

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Realizzato dallo storico rapper e b-boy salernitano “Patto MC”, conosciuto nella scena hip-hop su scala nazionale

Ecco il ChiancaRap per il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca a firma dell’ormai storico rapper e b-boy salernitano “Patto MC”, conosciuto nella scena hip-hop su scala nazionale (http://www.pattomc.com/) e del gruppo facebook Figli delle Chiancarelle.

Nel video musicale (oltre 6.000 visualizzazioni nel primo mese), Patto MC senza mezzi termini, usando il duro linguaggio della strada, come è di grammatica nel rap, non le manda a dire all’amministrazione comunale sulla questione Vignelli: “il logo solo soldi buttati”. Inoltre lancia un grido di dolore per i molti salernitani, cittadini, artisti ed imprenditori in grossa difficoltà economica “siamo senza sangue” e accusa il Comune di Salerno di spendere migliaia di euro in operazioni inutili, ad esempio gli oltre 300.000 per il concerto di Capodanno con Gianna Nannini, mentre quando si chiamano gli artisti salernitani gli si chiede di farlo gratis perché non ci sono soldi. Chiusura sui milioni di euro per le Luci d’artista, definiti una “lucida follia”. 

Lo ripubblichiamo, per gentile concessione di Patto MC sul nostro sito YouTube

http://www.youtube.com/watch?v=AHcXci2lc0A&feature=youtu.be

 

Il testo del ChiancaRap

“200.000 per un logo quella S non sta per Salerno ma per i soldi buttati a vuoto
Per la stessa avresti avuto un’agenzia pubblicitaria intera dando lavoro a chi le dà il suo voto
Se parliamo siamo figli delle chiancarelle lei non vuol sentirsi dire che butta troppi money nel fuoco
Ma quali figli delle stelle quello è Alan Sorrenti! Un altro giornalista idiota che spara cazzate ai quattro venti
La gente mi fà Patto MC complimenti ma il comune non mi chiama mai a suonare ai suoi eventi
… La volta che ci chiamò ci voleva dare zero e dai 300.000 alla Nanninni euro sopra euro
No politica nè affini è un fatto di avere tatto è il sistema che non è esatto e non premia lei in primis
800.000 per la rete wirless che non prende bene nè con un I-pad nè coi telefonini
5.000.000 d’euro con uno schiocco e via
Luci d’artista? Lucida follia! Figli delle chiancarelle è soltanto ironia
Noi siamo avanti già anni luce, duce, zero nostalgia
Non vogliamo un altro sindaco capisca bene
Vogliamo soltanto un poco di sangue nelle nostre vene
Mentre ci vediamo la città assediata dalle iene
Ma forse a lei non gliene frega o forse le conviene
Qua c’è il rubinetto chiuso pure sulle banche e nello stretto non si accetta questo neanche
Nel frattempo mi scuso per le nostre facce stanche
PS Cordiali saluti… Figli delle Chianche”.

 

 

 

Wi-Fi, la replica del Comune non convince

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Wi-Fi, la replica del Comune non convince

In media 115 persone al giorno provano a usare il servizio. E le aree realmente coperte confermano i nostri test rispetto alla propaganda del sindaco De Luca.

Il wi-fi libero a Salerno diventa un caso. Dopo la denuncia dettagliata del gruppo ‘Facebook’, ‘Figli delle Chiancarelle’, il Comune di Salerno ha deciso di correre ai ripari.

A fornire una spiegazione sul servizio informatico ci ha pensato il direttore dei sistemi informativi del Comune di Salerno, l’ingegnere Raffaele Ciaraldi, che, con poche parole e qualche grafico, ha voluto rimarcare la qualità del servizio ed il suo notevole successo in termini di accessi e di traffico.

“La soluzione adottata dal Comune di Salerno aggiunge la possibilità di copertura di tipo ‘hand over’”, ha affermato Ciaraldi, “cioè agganciare il segnale da un’antenna e continuare ad avere la copertura spostandosi tra un’antenna e l’altra, senza perdita di connessione”.

“Un esempio è quello che accade su via Roma: un cittadino che si collega in Villa Comunale, può continuare la navigazione, senza soluzione di continuità, fino alla chiesa di Santa Lucia oppure su lungomare Trieste, passando per piazza Amendola, oppure proseguendo su piazza Matteo Luciani in direzione del teatro ‘Verdi’”.

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Infine Ciaraldi elenca un po’ di dati: “Gli utenti registrati e che hanno utilizzato almeno una volta il servizio wi-fi sono oltre 5500. Particolarmente interessante è il dato dell’ultimo mese di gennaio con ben 1.500 nuovi iscritti e 3.400 connessioni della durata media di 50 minuti, che evidenziano la continuità del servizio e la sua significativa fruibilità”.

Ma le dichiarazioni di Ciaraldi non sono piaciute per niente ad Edy Piro, portavoce dei ‘Figli delle Chiancarelle’, che ha replicato al dirigente di palazzo di città: “I dati ricevuti indicano una media di circa 115 connessioni quotidiane nel mese di gennaio ma non il tempo di connessione e nemmeno la qualità della stessa. In breve ci sono 100 persone che provano a usare il servizio ma non necessariamente ne fruiscono.

 Gli hotspot di un wifi su territorio cittadino devono per forza essere ‘hand over’ o ‘bridge’.

E’ come dire che un’automobile moderna ha il cambio con le marce. Inoltre si è finalmente capito quali sono le aree realmente coperte che confermano quelle da noi rilevate, in dissonanza con quanto pubblicizzato sui totem ancora presenti in città.

 Fondamentalmente è un servizio mediocre che va migliorato immediatamente”.

A Salerno la metropolitana più lenta del West

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A Salerno la metropolitana più lenta del West

Accordo tra Comune e Rfi: “Una navetta ogni 60 minuti”. Dopo 15 anni e 40 milioni spesi servono altri investimenti per ultimare l’opera. Manca anche il gestore

Grazie alla Legge 211 del 1992 che permette anche ai Comuni, oltre che alle città metropolitane, di sviluppare sistemi di trasporto rapido di massa e di tramvie veloci, l’amministrazione di Salerno riesce ad ottenere, circa 15 anni fa, 80 miliardi di lire per realizzare la sua metropolitana.

Il 3 dicembre del 2010 il Comune di Salerno e Rfi, rete ferrovia italiana, sottoscrivono un disciplinare di affidamento in gestione dell’infrastruttura ferroviaria di collegamento tra la stazione di Salerno Fs e lo stadio Arechi.

A pagina 9 si legge che “la tratta metropolitana sarà attivata con un sistema di esercizio a spola con cadenzamento a circa 60 minuti”. Ovvero un unico binario ed un unico treno che fa avanti e indietro ogni ora, ritardi permettendo.

Questo servizio però sarà “preceduto dall’attivazione del pre servizio tecnico vincolato dal completamento di tutte le attività di verifica tecnica a cura dei tecnici Rfi”. Insomma prima di dare l’ok bisognerà, c’è scritto, realizzare i seguenti interventi: 1) Scmt in arrivo alla stazione terminale di Arechi 2) Attivazione del segnale di avviso al segnale di protezione di Salerno 3) Adeguamento del Bca per spola promiscua.

Pertanto sembra difficile affermare, come fa il Sindaco De Luca, che l’opera è ultimata e deve solo partire. Una balla, al solito.
Inoltre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con una nota del 29 aprile 2010, indirizzata anche al Comune ribadisce che non c’è “nessun elemento ostativo alla concessione dell’autorizzazione, qualora richiesta, all’assunzione, da parte di RFi della gestione della tratta in oggetto”. Che tradotto vuol dire: se vi sta bene gestirla, fatelo pure, ma non con altri soldi del Ministero.

 Il problema della gestione è enorme: un treno ogni 60 minuti che percorre 7,5 chilometri fino alla fermata M8 Arechi, che in futuro potrebbe scendere a 20 minuti, dopo però ulteriori grandi investimenti nonché la modifica del Piano Regolatore della Stazione di Salerno e delle altre stazioni sedi di incrocio sulla linea , a chi può davvero interessare?

Ultima chicca, se dalla fermata Arechi volete arrivare alla fermata Duomo –Via Vernieri, alla stazione centrale dovete scendere dal trenino spola, attraversare un po’ di binari e salire su un altro trenino spola che vi aspetta su un altro binario. A piedi si fa francamente prima ed è anche gratis.

 

Ispezione ministero II: l’allegra gestione del personale

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Ispezione ministero II: l’allegra gestione del personale

Indennità di Gonfalone, un “disagio” da 86.000 euro l’anno.

La verifica degli ispettori del Ministero evidenzia una gestione anomala degli straordinari a dirigenti comunali, personale di polizia ed igiene urbana.

La seconda parte della verifica amministrativa contabile, effettuata dagli ispettori del Ministero delle finanze al Comune di Salerno, dal 30 giugno al 29 luglio 2011, ha portato a galla anomalie “rilevanti e diffuse” nella gestione del personale dell’Ente. (pg. 2).

Tra queste, la più stravagante e singolare è certamente la “mitica” Indennità di Gonfalone: si tratta di un’indennità di “disagio”, un bonus economico a chi è addetto a portare l’effige durante le sue pubbliche uscite. Soltanto nel 2010 sono stati spesi 86.000 euro di Indennità di Gonfalone. “Questa indennità – scrivono gli ispettori – non è prevista da alcuna norma di legge o contratto collettivo” (pg. 5).

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Più in generale gli ispettori notano un notevole incremento, del 20,7%, del Fondo Pro capite (dal 2004 al 2010), nonostante il numero dei dipendenti comunali sia sceso da 1.548 del 2004 ai 1.292 del 2010.

A questo va aggiunto che il “monte straordinari” Pro Capite è risultato 10 volte superiore a quello abituale (pg. 3)

Sempre in tema di indennità di disagio, secondo gli ispettori risulta evidente, nello specifico, l’illegittima corresponsione della “indennità di disagio” al personale della Polizia Municipale ed al personale che utilizza abitualmente i videoterminali. Inoltre tale indennità di disagio corrisposta dal 2006 al 2010, oltre 11 milioni, per lo stesso periodo non avrebbe dovuto superare i 500 mila euro, secondo una ragionevole applicazione. (pg. 5)

Il “fondo straordinario”, che si sarebbe dovuto attestare a 1 milione 500 mila euro, fa presumere un grave sforamento del limite di spesa di oltre 9 milioni di euro nel triennio 2008/2010” (pg. 7)

L’attenzione degli ispettori è soprattutto sulle maggiorazioni di straordinario per Polizia Municipale e Nettezza Urbana: “Lo straordinario è stato indebitamente incentivato attraverso l’erogazione di maggiorazioni alla tariffa prevista dal contratto nazionale (pg. 8).

Tale circostanza palesa una illegittima doppia remunerazione della stessa fattispecie”(pg. 9)

In merito sono stati analizzati “file excel” con voci anomale per le quali è stato richiesto un chiarimento al dirigente del Settore Ragioneria. Tra queste il “premio per l’attività straordinaria”, una sorta di incentivo alla sola disponibilità ad effettuare lo straordinario: nel 2010 il premio è stato di 655 mila euro. Oppure la voce “incentivo vigili urbani”, anche qui un incentivo alla disponibilità per il servizio dalle ore 21 all’una di notte: 65 mila euro nel 2008 e 94 mila nel 2009 (pg. 9).

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Poi ci sono anche i compensi “fuori fondo” nel mirino degli ispettori. Balza agli occhi il milione e mezzo di euro in 5 anni per il “lavaggio vestiario” per gli impiegati nell’attività di igiene urbana. In alcuni casi il compenso, sulla parola, è stato di 2 mila euro l’anno. (pg. 11).

Infine gli ispettori hanno puntato il dito su ulteriori emolumenti di alcuni dirigenti: “violerebbero il principio di omnicomprensività della remunerazione accessoria”. (pg. 13-14).

>>>>>>>>>>>>>>>> Ispezione ministero economia comune di salerno 2

Insomma una gestione davvero anomala del personale dipendente, con evidenti sprechi e privilegi, naturalmente a carico dei cittadini di Salerno.

Metropolitana, ci si mette anche il “tappo” di Via Zara

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Metropolitana, ci si mette anche “tappo” di Via Zara

Rosario Ternullo, Legambiente, svela il mistero che crea ulteriore impedimento allo sviluppo dell’opera

Tre anni fa, presidente della Campania Bassolino, mi recai presso l’EAV (Ente Autonomo Volturno), nel ruolo di responsabile di Legambiente Trasporti Campania, per risolvere il nodo di Salerno che crea grande disagio al traffico ferroviario nazionale.

Con l’ingegnere Tino Borrello esperto in progettazioni ferroviarie dell’ente facente capo alla regione Campania, mettemmo su un’ipotesi di progetto per sbottigliare la strozzatura localizzata all’uscita della galleria Santa Lucia.

Si ipotizzò l’abbattimento dei due fabbricati realizzati negli anni ’50 abusivi perché contro la legge sulle aree di rispetto, con ricostruzione ed arretramento di almeno 20 metri (la più economica delle soluzioni), per consentire la realizzazione del 5° binario e rendere autonomo l’asse ferroviario Salerno – Mercato San Severino, rispetto alla linea dei treni a lunga percorrenza (3° e 4° binario).

Se l’operazione fosse andata in porto la regione Campania si sarebbe accollata le spese per circa 8 milioni di euro, ma ci voleva il passaggio e l’approvazione del comune di Salerno.

A detta dell’ingegnere questa era una condizione indispensabile per i successivi investimenti della metropolitana regionale ( prolungamento fino a Battipaglia con realizzazione della stazione per l’aeroporto, elettrificazione della Salerno – Mercato San Severino con raddoppio parziale della linea e bretella per l’università), dal momento che l’accavallamento di linee determinava un disservizio tale che non si potevano programmare i tempi di cadenzamento dei convogli.

Nell’incontro con il Sindaco De Luca la proposta fu respinta adducendo che il prolungamento del trincerone est era prioritario a qualunque altro intervento.

Successivamente, in un mio incontro presso l’ACAM in presenza dell’allora Direttore la Senatrice dei Verdi Anna Donati, attualmente Assessore ai Trasporti del comune di Napoli, e in un incontro con i responsabili delle ferrovie (due ingegneri venuti da Roma per tratta della Napoli – Bari), affrontammo anche l’imbuto di Salerno. I tecnici asserirono che lo sbottigliamento era fondamentale, al fine di una migliore funzionalità del sistema ferroviario nazionale, con la possibilità di poter incrementare il numero dei convogli sulla linea.

A tal ragione mi chiesero se potevo intercedere nella figura del Sindaco De Luca, tassello fondamentale per una perfetta riuscita dell’operazione.

La risposta di De Luca la conoscete, incapace di avere una visione che superi i confini del comune che amministra.

De Luca di cosa si lamenta se l’opportunità di sbloccare la metropolitana l’aveva?

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Sarebbe bastato che questa operazione fosse stata inserita nel Piano Urbanistico Comunale, e nel tempo di una legislatura portato a termine, senza costi aggiuntivi per il Comune, ma l’inerzia e l’incompetenza hanno avuto il sopravvento, perché oggi con lo sbottigliamento potremmo inserire il nodo ferroviario di Salerno tra quelli strategici nazionali, per i quali il Ministero per le Infrastrutture ha erogato quasi 12 miliardi di euro.

Rosario Ternullo, Legambiente Trasporti